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ARGOVIAFiglia disabile drogata con l'ecstasy e poi soffocata: otto anni di carcere ai genitori

13.09.24 - 10:31
Entrambi sono stati dichiarati colpevoli di omicidio intenzionale e tentativo di omicidio. Assolta invece la nonna.
20min/Stefan Hohler
Figlia disabile drogata con l'ecstasy e poi soffocata: otto anni di carcere ai genitori
Entrambi sono stati dichiarati colpevoli di omicidio intenzionale e tentativo di omicidio. Assolta invece la nonna.

BREMGARTEN - Otto anni di carcere per i genitori che hanno ucciso la loro figlia gravemente disabile. È questa la sentenza pronunciata stamattina dal Tribunale distrettuale di Bremgarten, nel cantone di Argovia. Il giudice ha dichiarato la coppia colpevole di omicidio intenzionale e tentativo di omicidio.

Un dramma familiare che ha fatto un gran parlare in tutta la Svizzera e ha scosso la coscienza pubblica. La sera del 6 maggio 2020, nel comune argoviese di Bremgarten, una mamma di 32 anni e un papà di 34 hanno dato alla loro figlia disabile di tre anni una miscela di latte in polvere per bambini, porridge di fragole, unito a un grammo di MDMA (ecstasy) e una compressa di sonniferi. L'intenzione era quella di uccidere la bambina per alleviare le sue sofferenze, così hanno spiegato durante il processo.

Quando i genitori, entrambi tedeschi, si resero conto che le gambe e le braccia della ragazza si muovevano in modo insolito e capirono che non sarebbe morta, il padre decise di soffocare la figlia. Le mise uno strofinaccio sulla testa premendo la mano sulla bocca e sul naso, mentre la madre continuava a tenere la ragazza tra le braccia e ad appoggiare la propria mano su quella del compagno. La mattina dopo i genitori informarono la centrale della Polizia cantonale di aver trovato la loro figlia di tre anni senza vita nel suo lettino.

La bambina soffriva di una grave menomazione cerebrale fin dalla nascita. Avrebbe avuto bisogno di cure intensive 24 ore su 24 per il resto della sua vita.
I genitori hanno sostenuto di aver fatto una scelta d'amore, di averla uccisa per alleviarle i dolori sempre più forti, convulsioni, paralisi e altri disturbi. I difensori, in aula processuale, avevano chiesto pene detentive di tre anni ciascuno, affermando che gli imputati avevano agito in condizioni di grande stress emotivo.

Il Pubblico ministero aveva invece chiesto una pena detentiva di 18 anni per ciascuno, e aveva fatto notare che ci sarebbero state certamente opportunità di miglioramento per la bambina. Tuttavia, per gli imputati quella figlia era diventata un fastidio e volevano sbarazzarsene. Nel farlo, avevano agito in modo palesemente egoista e senza scrupoli.
Assoluzione per la nonna - La nonna della bambina è stata invece assolta dall'accusa di complicità. Era stata accusata di non aver impedito alla figlia e al suo fidanzato di ucciderla. Durante il processo, l'anziana ha affermato di non sapere cosa fare, e che aveva in passato sconsigliato alla figlia di uccidere la bambina.

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COMMENTI
 

collo 3 mesi fa su tio
Chi non ha figli gravemente disabili non può giudicare il gesto di questi genitori.
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