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L'handicap può essere «un pesante fardello». Tuttavia, sottolinea Christian Grassi dell’Ufficio degli invalidi, «è difficile restare soli»
LUGANO - Il caso del figlicidio di Bremgarten, che ha visto due genitori venire sopraffatti dalla grave malattia della figlia di 3 anni, ha riportato d’attualità una tematica delicata e molto più comune di quanto si potrebbe immaginare.
Migliaia di bambini con disabilità - In Svizzera, infatti, vivono circa 1,7 milioni di persone disabili. E si stima che vi siano 10mila bambini con una disabilità grave e altri 44mila con una disabilità lieve. Non mancano ovviamente casi anche in Ticino, come ci conferma Christian Grassi, capo dell’Ufficio degli invalidi presso la Divisione dell'azione sociale e delle famiglie. «Anche da noi ci sono situazioni delicate, complesse e sensibili legate al mondo della disabilità e che riguardano bambini o giovani», sottolinea.
«Un pesante fardello» - Indipendentemente dalla tipologia, l’handicap - che sia fisico, mentale o psicologico -, può essere «un pesante fardello per le famiglie interessate», rileva l’organizzazione mantello Pro Familia Svizzera. Una disabilità, infatti, rende «difficile o impossibile alla persona interessata lo svolgimento dei compiti quotidiani, i contatti sociali, la libertà di movimento personale, l'esercizio di un'attività lavorativa, ma anche la formazione o il perfezionamento professionale».
«Difficile restare soli» - Tuttavia per Grassi è molto difficile che, in queste situazioni, non si attivi tutta la rete di sostegno che esiste e che quasi automaticamente si viene a mettere a disposizione delle famiglie interessate. «Parliamo di servizi che intervengono già dalla prima infanzia. I genitori vengono messi in contatto con delle associazioni che si occupano di persone con disabilità. Solitamente sono gli stessi servizi dell'ente ospedaliero, della pediatria, che si attivano in questo senso. Per i casi più gravi, poi, ci sono istituti che accolgono questi bambini e li accudiscono. Proprio per questo faccio fatica a capire come si possa arrivare a sentirsi soli, abbandonati».
Grassi cita la Fondazione Provvida Madre, nel Mendrisiotto e l'OTAF a Sorengo. «O ancora i servizi offerti da Pro Infirmis e Atgabbes, l'associazione ticinese per genitori di persone con disabilità. Insomma, esistono tutta una serie di entità preposte a offrire servizi specifici». Per quanto concerne la formazione, poi c’è la sezione della pedagogia speciale «che offre sostegno cercando soluzioni specifiche in base ai bisogni individuali».
«Molti vanno in tilt e necessitano di aiuto urgente» - Se, nonostante tutto questo, ci si trova di fronte a un muro, si può ricorrere allo Sportello famiglie, gestito dall'associazione Ticinoperbambini in collaborazione con il Forum Genitorialità. «È pensato per aiutare famiglie e genitori a reperire con facilità le informazioni di carattere pratico di cui hanno bisogno», segnala la responsabile Verena Calanca. Il tutto si muove attraverso formulari anonimi divisi per sezione d'interesse: «Sono pensati per persone che vivono situazioni di crisi, spesso in tilt, che hanno bisogno urgente di essere seguite, guidate. Le richieste sono numerose, anche se per la maggior parte riguardano aspetti economici, pratici o burocratici», conferma.
«Segnalate i casi limite» - Infine la sensibilità collettiva. «Se ci si accorge che una famiglia sta vivendo una situazione critica, l’invito è a segnalarlo alle Autorità, penso all’assistente sociale comunale, per fare un esempio. A cascata si attiveranno una serie di allarmi e servizi per effettuare le verifiche, offrire eventuale sostegno o intervenire in altro modo. Nei casi limite l’affidamento del minore può anche essere tolto».
