Mohammad Abedini Najafabadi vive in Svizzera ed è stato fermato lo scorso 16 dicembre in Italia
TEHERAN - Il vice ministro degli Esteri per gli Affari consolari, parlamentari e degli espatriati iraniani Vahid Jalalzadeh ha inoltrato una protesta formale all'ambasciatore svizzero a Teheran e all'incaricato d'affari italiano in merito all'arresto di un cittadino iraniano, avvenuto in Italia lo scorso 16 dicembre, e di un altro connazionale fermato negli Stati Uniti più o meno nello stesso periodo.
«Siamo impegnati a perseguire questa questione finché non si raggiungerà una risoluzione soddisfacente» ha dichiarato Jalalzadeh. La Svizzera è destinataria della protesta in quanto rappresentante degli interessi degli Stati Uniti nella Repubblica islamica. È proprio su richiesta statunitense che Mohammad Abedini Najafabadi e Mehdi Mohammadzadeh sono finiti in manette: si sospetta un loro coinvolgimento in un attacco contro una base Usa in Siria, avvenuto lo scorso mese di gennaio.
Gli arresti, secondo il diplomatico iraniano, sono «ingiusti e illegali». Najafabadi è stato arrestato mentre si apprestava a partire per la Svizzera, dove risiede, e da quel momento non si hanno più sue notizie, come dichiarato ai media iraniani dalla sua famiglia. Il 38enne è stato a capo della Illumove SA, un'azienda specializzata in apparecchiature di motion capture, «che opera sotto la supervisione del governo svizzero», come riferisce la stampa locale.