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BREGAGLIA

Comunicazione non adeguata. Ma sulle infermiere licenziate non si torna indietro

Terminate le verifiche interne al Centro Sanitario Bregaglia. Il sindacato chiede sostegno. «Lasciate a casa perché costavano troppo»
Depositphotos (BiancoBlue)
Fonte ATS
Comunicazione non adeguata. Ma sulle infermiere licenziate non si torna indietro
Terminate le verifiche interne al Centro Sanitario Bregaglia. Il sindacato chiede sostegno. «Lasciate a casa perché costavano troppo»

BREGAGLIA - Niente marcia indietro sui licenziamenti delle cinque infermiere che avevano perso il posto al Centro sanitario Bregaglia ha concluso gli approfondimenti a seguito del licenziamento di cinque infermiere lo scorso febbraio. Sebbene è stato appurato che la comunicazione non è risultata "pienamente adeguata", come ammette la Commissione d'amministrazione, non riavranno il loro posto.

Il sindacato VPOD Ticino aveva parlato di «clima di terrore» all'interno della struttura in località Flin in Val Bregaglia. La Commissione d'amministrazione del Centro sanitario Bregaglia (CSB) è voluta andare a fondo della faccenda e ha effettuato delle verifiche con il personale della struttura, la Commissione del personale e la Direzione. «La decisione dei licenziamenti, dolorosa ma necessaria, ha creato come umanamente comprensibile, un transitorio clima di instabilità e di tensione nella struttura», si legge in un recente comunicato del CSB, firmato dal presidente della Commissione d'amministrazione, Maurizio Michael. La comunicazione definita «non pienamente adeguata» non ha favorito il ripristino di un clima di fiducia e serenità in tempi brevi.

La scelta è motivata da una sostenibilità economica Il sindacato VPOD ora chiede un sostegno adeguato per «chi è stato licenziato solamente perché costava troppo dopo gli sbagli gestionali commessi dalla direzione», ha dichiarato Fausto Calabretta responsabile VPOD Ticino del settore, interpellato da Keystone-ATS. «Chiediamo al CSB sostegno sia sotto il profilo economico, sia per il reinserimento professionale, negoziando civilmente e senza obbligarci a ricorrere a vie legali con una lunga e costosa causa. Il sindacato VPOD esige inoltre che il CSB riprenda la collaborazione contrattuale, per evitare che simili situazioni si verifichino nuovamente in futuro», ha continuato Calabretta.

Dal canto suo il presidente della Commissione d'amministrazione ha scritto nel comunicato che l'offerta del CSB rivolta alle persone dimesse per la ricerca di un ricollocamento in altre strutture sanitarie nella regione rimane aperta. Con la fine della fase di approfondimento i vertici non intendono più esprimersi pubblicamente sul caso.

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