Così don Patelli durante il funerale dell’anziana uccisa dal nipote. La cerimonia in tedesco e italiano
CASLANO - «Zusammen... Insieme per sopportare il fardello del dolore». Tedesco, italiano e poi il dialetto. Lingue che erano quelle della defunta e don Giampaolo Patelli ha tenuto un’omelia bilingue durante il funerale dell’anziana uccisa lo scorso 6 luglio dal nipote 23enne nella sua abitazione in via Chiesuola. «La morte - ha detto il sacerdote - fa più male quando arriva inaspettata e se non c’è spiegazione dal punto di vista umano diventa più tragica. Nonostante questo la morte non ha l’ultima parola». È stato un addio corale, quello tenutosi stamane nella chiesa di San Cristoforo. Un addio che si è svolto con forzato ritardo, per permettere agli inquirenti di svolgere gli esami sulla salma. Un addio al quale, nonostante la giornata lavorativa, ha voluto essere presente una consistente parte della popolazione e degli amici. Maria Pia, la vittima, era infatti una persona benvoluta in paese e molto attiva. Le sue passioni erano il coro e la poesia.
Nella chiesa di San Cristoforo, oltre a don Patelli e a don Frank, il parroco di Caslano, c’erano le autorità comunali, ma anche Fra Martino Dotta e giovani in divisa da scout a testimoniare l’impegno sociale dell’anziana. Un impegno sottolineato dai figli che vivono oltralpe. Così la figlia: «Mia mamma ha toccato il cuore di ciascuno di voi. Grazie per essere qui». E poi ricordando la passione della madre per la poesia: «La mia preferita è "ul nos paes». E Caslano resta ul nos paes anche se siamo lontani». Don Patelli ha ricordato invece l’amore per il canto: «Ha saputo cantare le piccole cose con la poesia... "Sie lebt immer noch". Vive ancora».
Il delitto di Caslano ha segnato una comunità e non sarà facile voltar pagina. Troppo fresca una vicenda che, dal profilo giudiziario, è agli inizi. Il nipote, autore della macabra messinscena (dopo aver colpito la nonna con un oggetto ha appiccato il fuoco) è in carcere con l’accusa di assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale, turbamento della pace dei defunti e incendio intenzionale. L’inchiesta è condotta dal procuratore pubblico Paolo Bordoli.