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Dss, ecco la lettera sugli abusi: «Ci provava con le ragazze»

Nuovi particolari sul caso dell'operatore sociale condannato per coazione sessuale. Un suo ex superiore, contattato al telefono, si limita al «no comment»
Dss, ecco la lettera sugli abusi: «Ci provava con le ragazze»
Nuovi particolari sul caso dell'operatore sociale condannato per coazione sessuale. Un suo ex superiore, contattato al telefono, si limita al «no comment»
BELLINZONA - Assume i contorni di un domino il caso degli abusi all'interno del Dss, scoppiato dopo la condanna di un ex operatore sociale per coazione sessuale. La seconda tessera a “cadere”, martedì, è stato il f...

BELLINZONA - Assume i contorni di un domino il caso degli abusi all'interno del Dss, scoppiato dopo la condanna di un ex operatore sociale per coazione sessuale. La seconda tessera a “cadere”, martedì, è stato il funzionario in pensione Ivan Pau-Lessi. 

All'epoca superiore del condannato, Pau-Lessi si è autosospeso dal Consiglio della magistratura e dalla Commissione cantonale di coordinamento per l’aiuto alle vittime di reati (di cui è presidente dal 2016), in attesa che l'inchiesta interna faccia chiarezza su cosa accadde nel Dipartimento. Le molestie vennero nascoste? Chi ne era al corrente? È quanto chiedono i deputati Fiorenzo Dadò (Ppd) e Boris Bignasca (Lega) in un'interpellanza  presentata oggi al governo.

«Tre giovani vennero a lamentarsi da me. In nessun caso tuttavia qualcuno mi parlò di rapporti sessuali, men che meno estorti» si legge nella lettera di Pau-Lessi, di cui tio/20minuti è venuto in possesso. L'ex funzionario afferma di avere fatto rapporto «con i miei superiori» e cita un dirigente tutt'ora alle dipendenze del Dss.

Da noi contattato, quest'ultimo si è detto sorpreso e si è limitato al «no comment». Nella lettera invece Pau-Lessi precisa che «ne parlai con» e fa il nome del dirigente «ma del tema dell'operatore sociale e non di rapporti sessuali». 

«Non ho assolutamente memoria che mi sia stato riferito di abusi sessuali» continua la lettera - che pubblichiamo in allegato. In un passaggio, però, Pau-Lessi ammette un particolare: le presunte vittime gli avrebbero detto che l'operatore «ci provava» con le ragazze. Un campanello d'allarme che, forse, non ha suonato abbastanza. 

Il Consiglio di Stato: «Ne prendiamo atto» - In serata è arrivata pure la presa di posizione del Consiglio di Stato che conferma di aver ricevuto la lettera con cui Ivan Pau-Lessi ha deciso di autosospendersi dalla Commissione cantonale di coordinamento per l’aiuto alle vittime di reati, di cui è Presidente dal 2016. «La decisione - precisa il Governo - è stata presa in assoluta autonomia e fa seguito alla sentenza pronunciata settimana scorsa dalla Corte delle Assise criminali nei confronti di un ex-funzionario del DSS e alla conseguente apertura di una procedura di accertamento da parte del Consiglio di Stato sulla gestione del caso in seno all’Amministrazione.  L'interessato - sottolinea il Consiglio di Stato - ha rilevato di aver compiuto questo passo per permettere alla Commissione di continuare a svolgere il proprio ruolo con l’autorevolezza e la tranquillità necessarie. Il Governo - ricordiamo - subito dopo la sentenza aveva infatti incaricato il Capo delle risorse umane e il Consulente giuridico del Consiglio di Stato di procedere con degli accertamenti sulla gestione del caso all’interno dell’Amministrazione cantonale.

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