Il Consiglio di Stato ha aggiornato la popolazione sulla situazione legata ai nuovi contagi.
Stop a manifestazioni con più di 150 partecipanti. Ma le scuole restano aperte.
I casi in Ticino sono 33, tra cui tre operatori sanitari e due ospiti di una casa anziani di Chiasso. «C'è stata una crescita sistematica - ha spiegato il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta -. La situazione è seria e delicata».
Per questo motivo il Governo ha varato nuove misure, per limitare il contagio: stop a manifestazioni con più di 150 persone. Almeno fino al 15 marzo.
E nuove limitazioni per strutture socio-sanitarie, strutture acute, case anziani, istituti per invalidi, cliniche psichiatriche e cliniche per riabilitazione: divieto di accesso a chi presenta febbre, tosse o raffreddore. Divieto di accesso ai minori di 16 anni. E orario di visita limitato.
L'obiettivo è proteggere la popolazione, soprattutto gli anziani. «Siamo vicini al punto in cui non sarà possibile seguire tutti i casi e si chiederà una quarantena volontaria - ha spiegato il medico cantonale, Giorgio Merlani -. Stiamo alla responsabilità delle persone. Informeremo chi sono i contatti di un contagiato, li inviteremo a non andare alle manifestazioni e a lavorare da casa. Ma non possiamo obbligare nessuno».
«Alla soglia dell'epidemia» - In Svizzera sono 210 i casi confermati di coronavirus. «Ci troviamo alla soglia dell'epidemia», ha detto oggi Raffaele De Rosa. Su territorio elvetico si registra anche un decesso: una 74enne del canton Vaud.
Sul territorio cantonale ieri sono state adottate nuove misure a protezione del personale sanitario e dei pazienti, per evitare (ulteriori) contagi da parte di persone senza sintomi. Ora al pronto soccorso e in determinati altri reparti gli operatori lavorano indossando la mascherina quando a contatto coi pazienti.
Il Consiglio federale ha deciso di mettere il servizio d'appoggio dell'esercito (800 militi in tutto) a disposizione dei Cantoni per un periodo di tre settimane. Al Ticino - l'unico che ne ha fatto richiesta - sono state attribuite due ambulanze.
Voi andate indietro di 48 ore nei rapporti di un contagiato e informate le persone. Sono sufficienti?
«A livello scientifico non è chiaro. Altri paesi si limitano a 24 ore. Noi puntiamo sulle 48 ore per il principio della prudenza. Come la quarantena di 14 giorni, anche se in realtà i sintomi appaiono finora tra i 3 e i 5 giorni dopo il contatto. Siamo vicini al punto in cui non sarà possibile seguire tutti i casi e si chiederà una quarantena volontaria. Se poi qualcuno non ci dice che ha avuto dei contatti, o scappa dalla quarantena, non siamo in uno stato di polizia. Stiamo alla responsabilità delle persone. Informeremo chi sono i contatti di un contagiato, li inviteremo a non andare alle manifestazioni e a lavorare da casa. Ma non possiamo obbligare nessuno».
A chi entra nelle strutture sanitarie viene chiesto se ha tosse o febbre. Ma che dire dei conviventi?
«Vige il concetto della repsonsabilità individuale. Se si ha a casa qualcuno malato, forse non è il caso di andare a trovare amici/parenti in ospedale o in casa anziani. Se il personale all'interno dell'ospedale deve fungere da agente di polizia, siamo messi male. Ci sono stati già "scontri" con persone che avevano visibilmente sintomi e che volevano entrare ai piani dei pazienti lo stesso. Questo è inaccettabile. Se non sto bene o sono stato in contatto con qualcuno che è malato, devo essere responsabile e non andare a trovare chi si trova in ospedale».
Una 50ina di aziende hanno chiesto il lavoro ridotto. Il PPD ha chiesto un fondo speciale. Come vi state muovendo?
«Sicuramente ci sarà un aumento delle aziende che chiedono il lavoro ridotto. Per il turismo è stata creata una task force. La Divisone economia è in contatto con il mondo economico e sindacale e c'è un gruppo di lavoro che sta pensando delle misure supplementari. La nostra attenzione oggi è concentrata sulle misure che devono essere efficaci. Oggi la priorità è sulle misure da adottare oltre a quelle in vigore (fideiussioni e lavoro ridotto)».
Le due ambulanze da Berna come verranno impiegate?
«Sono un supporto per trasferire pazienti. Il problema concreto è che la procedura di disinfezione è complessa. Si vuole avere un veicolo di sicurezza per non infettare i veicoli abituali degli interventi del 144. Avere un veicolo di riserva cui appoggiarsi per garantire gli spostamenti dei pazienti contagiati dal coronavirus».
De Rosa aggiunge: «Sono due ambulanze con due team che operereranno, per tre settimane, sotto le autorità civili in appoggio al servizio ambulanze. Trasporteranno dalla struttura A alla struttura B i pazienti. È ancora un compito sussidiario. È per essere preparati a qualsiasi evoluzione dello scenario».
Quali sono le disposizioni per le badanti?
«Ci sono dei contatti che si possono diminuire, attenuare, evitare. Altri non è possibile impedirli. Il personale di cura e le badanti devono evitare i rischi nel contatto con la persona».
Com'è entrato il virus nella casa anziani di Chiasso, contagiando due ospiti?
«Le indagini ambientali non impediscono al virus di entrare. Perché ci sono persone in fase di incubazione che entrano nella struttura. Pensiamo che sia entrato tramite dei visitatori».
Ai giovani: «Fate attenzione. Voi siete meno toccati e meno vulnerabili, ma potreste essere portatori del virus. Seguite le misure d'igiene».
«Per le persone più vulnerabili: Evitare di recarsi in spazi affollati, non fare la spesa ogni giorno e in orari meno affollati. Tutto quello che si può evitare, riduce il rischio. Cerchiamo di seguire le misure di contenimento».
«Le misure sono quelle - prosegue il medico cantonale -. Non c'è una scienza. L'igiene, la distanza, evitare gli assemblamenti inutili. Restare in casa se non è necessario incontrare qualcuno. Darsi alle passegiate in solitaria».
«Invito le persone a scrivere e telefonare ai familiari nelle case anziani. Non mi sembrava ancora adeguato vietare del tutto le visite, perché non sono prigioni. Ma stiamo cercando di proteggere i nostri anziani».
«Ieri abbiamo visto due casi anche all'interno delle case anziani.
Non possiamo non far lavorare il personale sanitario - continua Merlani -. Possiamo introdurre precauzioni come le mascherine. Loro sanno come agire, sono professionisti formati. Ma ci sono anche familiari che entrano nelle case anziani. Molto a malincuore siamo arrivati a ridurre le visite. Non è facile dire che i bambini non possono entrare e limitare la durata dei contatti. Ma se il virus entra in una casa anziani, gli effetti potrebbero essere gravi. Per questo sono state emanate nuove direttive».
Perché questa accelerazione degli ultimi giorni? «È difficile dire qual è la causa, ma è comunque un segnale. Ci sono dei casi che spuntano senza un chiaro legame. Quindi il virus è sul territorio, circola in modo poco sintomatico su alcune persone, mentre su altri può avere un decorso più grave».
La parola al medico cantonale, Giorgio Merlani:
«Il virus non abbiamo deciso di averlo. Non c'è un vaccino. Tutte le persone sono vulnerabili, il 100% della popolazione può infettarsi. L'unico modo per limitare il contagio è seguire le misure d'igiene ed evitare il contatto con chi è stato contagiato».
Il Consiglio federale ha confermato oggi che fornirà due ambulanze al Ticino, con personale specializzato.
Anche spitex e aziende di cure a domicilio hanno ricevuto chiare direttive.
In Ticino, aggiunge De Rosa, «sono entrate in vigore la limitazione delle visite a pazienti e ospiti nelle strutture socio-sanitarie. Si tratta di una nuova misura di prevenzione volta a limitare la diffusione del coronavirus sia negli ospedali sia nelle strutture socio-sanitarie. La priorità è proteggere a ogni costo le nonne e i nonni del nostro cantone e tutte le persone anziane e quelle più fragili. La limitazione delle visite è estesa oltre che alle strutture acute, anche alle case anziani, agli istituti per invalidi, alle cliniche psichiatriche e alle cliniche per riabilitazione.
Divieto di accesso a chi presenta febbre, tosse o raffreddore. Divieto di accesso ai minori di 16 anni. E orario di visita limitato.
De Rosa ricorda le misure di igiene da prendere e da non sottovalutare.
«Abbiamo in Svizzera oggi 210 casi e ci troviamo alla soglia dell'epidemia. Anche in Ticino i casi sono saliti a 33», aggiunge De Rosa.
Raffaele De Rosa, dal canto suo, ricorda che la situazione è in evoluzione e le decisioni vengono prese in base a questo.
«La priorità rimane la protezione della popolazione, degli anziani e dei gruppi di persone più fragili». Il direttore del Dss esprime vicinanza ai malati e alle famiglie e ringrazia tutte le personalità che stanno lavorando duramente in questa situazione.
Vitta invita i cittadini ad avere responsabilità. E ad attenersi alle misure di igiene e seguire le comunicazioni ufficiali.
«Questo momento particolare ci chiama tutti a essere uniti con solidarietà e vicinanza, prestando sostegno a chi è più vulnerabile e in difficoltà», ha aggiunto il presidente del Consiglio di Stato.
«Le misure decise oggi dal Governo sono state ponderate e valutate sulla base delle indicazioni degli specialisti e in base all'evoluzione della situazione. C'è stata una crescita sistematica. La situazione è seria e delicata.
Le nuove misure: non sono consentite manifestazioni pubbliche e private con più di 150 persone (partecipanti e organizzatori). Sono riservate le direttive specifiche del medico cantonale che riguardano persone di gruppi più vulnerabili. Si raccomanda anche alle persone dei gruppi vulnerabili particolare prudenza nella partecipazione a manifestazioni. Misure che hanno effetto a partire da mezzanotte fino al 15 marzo 2020.
A scanso di equivoci, sono compresi: concerti, congressi, cinema, funzioni religiose, feste di quartiere, fiere, giubiliei aziendali, assemblee generali, porte aperte, circhi, ...
Non vi rientrano: lezioni scolastiche, posto di lavoro, stazioni, mezzi pubblici, supermercati, ristoranti, mercati, musei, allenamenti di squadre sportive, riunioni spontanee di persone, ...
Introduce Christian Vitta: «Forniamo un aggiornamento sull'evoluzione della situazione sanitaria e sulle misure supplementari che il Governo ha deciso pochi minuti fa in seduta straordinaria. L'obiettivo è cercare di rallentare la diffusione del virus».