«Non sono più sufficienti per salvare imprenditori, aziende, posti di lavoro e il futuro di centinaia di famiglie»
LUGANO - Se il numero dei casi, dei ricoveri e dei posti letto occupati nelle cure intense sono stabili, sono previste ulteriori fasi di allentamento, la prima eventualmente il 26 maggio 2021. Tra questi, la riapertura dei locali interni dei ristoranti. Lo ha annunciato mercoledì il Consiglio federale, presentando il "modello a tre fasi" posto in consultazione tra i Cantoni. Una comunicazione che, com'era immaginabile, ha subito scatenato la reazione di GastroSuisse. E, di riflesso, quella di GastroTicino, che ha indirizzato una lettera al presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi.
La richiesta è legata proprio al fatto che la strategia della Confederazione sia stata posta in consultazione. GastroTicino chiede al Governo ticinese di intercedere con Berna «affinché sia ripensata e ricalcolata la percentuale di indennizzi versati attraverso i casi di rigore». «Attualmente tale percentuale è fissata al 10% - si legge nella lettera trasmessa a Bellinzona -, ma non è più sufficiente per salvare gli imprenditori e le aziende del settore, pilastro economico e sociale del Paese, i posti di lavoro e il futuro di centinaia di famiglie».
GastroTicino non dimentica di commentare le decisioni prese in questi mesi dall'autorità federale come «incomprensibili e totalmente slegate da evidenze scientifiche» e, in chiusura, rivolge un pensiero pure a discoteche e locali notturni, la cui «situazione è sempre più disperata con 13 mesi di chiusura».