Al via la stagione balneare ticinese, ma non mancano le limitazioni.
Tra disinfettanti, mascherine e limiti di affluenza, per i gestori «è una fucilata in termini di costi».
LUGANO - Voglia di estate e di buttarsi a mollo. Nell’ultimo periodo, carente di viaggi e vacanze, forse più che mai. Ancora di salvezza, la riapertura dei lidi. Una riapertura imminente, sì, spalmata su maggio e giugno, ma con restrizioni a livello di utenza, mascherine e distanze da tenere, in acqua e fuori. La Confederazione ha presentato ai Cantoni le sue proposte, in consultazione fino al 4 maggio.
In tutti gli spazi - Secondo le disposizioni dell’Ufficio federale dello Sport, i lidi devono garantire almeno 10 metri quadrati di spazio per utente. Questo si traduce in circa 2’500 persone per il Lido di Locarno, 1’300 persone per il Lido di Lugano e 300 per quello di Caslano. Per quel che riguarda quest’ultimo, l’occupazione in spiaggia dovrà essere limitata a 40 utenti, «ma se si alza il lago diventeranno ancora meno», precisa amaramente il gerente dello stabilimento Raffaele Gianola. A Caslano la balneazione non sarà comunque permessa fino al primo di giugno, «per motivi di temperature» spiega Gianola. In tutti gli spazi, tranne quando si fa il bagno o si è sdraiati al proprio posto, va poi indossata la mascherina. Lugano e Caslano hanno inoltre deciso, di loro iniziativa, di raccogliere i dati personali degli utenti all’entrata, tramite l’app Social Pass oppure facendo compilare un semplice formulario.
All’interno - In acqua le complessità si inaspriscono. Severo il regolamento da seguire per le piscine interne: il limite è dettato da 10 metri quadrati di spazio in acqua per nuotatore, ma fino a un massimo di 15 persone, indipendentemente dalla capienza della vasca. Dei canoni, secondo il direttore operativo del Lido di Locarno Cristophe Pellandini, «assolutamente non giustificati, dato che il cloro uccide tutti i batteri». Da qui la decisione di tenere chiusa la piscina coperta: «Aprirla equivarrebbe a un bagno di sangue a livello finanziario» sottolinea.
All’aria aperta - Altra storia per gli stabilimenti che dispongono di piscine all’esterno. In questo caso le autorità federali lasciano la flessibilità dei 10 metri quadri per persona nelle vasche per adulti, e di 4 in quelle per bambini. «Faremo comunque dei controlli per assicurarci che non ci siano assembramenti in acqua, e che la gente non sia lì per chiacchierare, ma solo per nuotare», puntualizza Roberto Mazza, direttore della Divisione sport Città di Lugano e responsabile del Lido di Lugano, oltre che dei Lidi di Carona, San Domenico e Riva Caccia. Per favorire la comprensione delle regole e facilitare il controllo da parte del personale, al Lido di Locarno ci sarà un cartello informativo per ogni vasca. Ciascun cartello indicherà quante persone potranno stare in acqua allo stesso tempo. Si potrà inoltre nuotare al massimo in 10 per corsia e ciascuna di queste «avrà le sue caratteristiche, ci sarà la corsia veloce, quella lenta e quella per il nuoto con le pinne, in modo che tutti possano procedere al proprio ritmo, senza affanno e nel rispetto delle distanze», conclude Pellandini.
Insoddisfazione - Tante imposizioni, che pesano, oltre che sulla clientela, soprattutto sui gestori degli stabilimenti. «Mi manca un’apertura come quella degli anni passati, mi manca vedere la clientela libera di spostarsi e di fare. Inoltre, tra disinfettanti, mascherine e cartelli, per me è una fucilata in termini di costi», conclude Gianola.