Basta cercare in rete. Se ne trovano a decine. Sono targhe cedute da privati ad altri privati.
Gobbi: «Un sistema che dovrà essere corretto».
LUGANO - «Cedo bella targa», laddove il "bello" sarebbe nella particolare sequenza di numeri. E nemmeno targhe con cifre basse, ma con cinque o sei numeri messi in fila. Per le quali, evidentemente, c'è chi è disposto a sborsare anche 2'000 franchi, se non oltre. Almeno stando al "mercato parallelo" che si può tranquillamente osservare su portali online come Tutti.ch.
Migliaia di franchi per dei numeri - Non se ne trova una sola, ma decine. «Vero affare», scrive qualcuno che per 5 cifre chiede "solo" 899 franchi. Ma si arriva tranquillamente a 5'500 franchi per una TI 2589.
Uno status symbol - Che esista una "moda" delle targhe è lì da vedere (anche se più probabilmente trattasi di un vero e proprio "status symbol"). Solo un mese fa era stata battuta per la bellezza di 52mila franchi, la TI 488 (con un numero che evoca la celebre sportiva di casa Maranello). Ma lo dimostra anche lo scandalo appena scoppiato in seno alla Sezione della circolazione con un funzionario che, a quanto pare, avrebbe trafficato sottobanco qualche targa "particolare". Gesto che peraltro non solo gli è costato il posto di lavoro, ma anche la posizione in seno al consiglio comunale e all'interno del suo partito, l'Udc.
«Sistema da correggere» - D'altra parte il sistema lo consente anche se, come ha ricordato ieri il consigliere di Stato Norman Gobbi: «Il sistema di messa in vendita delle targhe su base d'asta serve anche a finanziare i fondi per la prevenzione: penso a strade o ad acque sicure. Tuttavia - ha sottolineato ai microfoni della Rsi - dobbiamo pensare che c'è un mercato parallelo, dove ci sono privati che approfittano di questo sistema, che vendono targhe e magari poi non dichiarano nemmeno il maggior profitto che hanno fatto. Quindi tutto questo dovrà essere corretto, ed è una misura che ho chiesto alla Sezione della circolazione».
Fine del mercato delle targhe? È sicuramente presto per dirlo, ma è certo che resterà aperto il canale tradizionale, quello delle aste della Sezione della Circolazione.