Impennata dei prezzi nei benzinai. Il veterano Ripepi, re dei carburanti low-cost, non vuole salire sopra 1.99 franchi
MENDRISIO - Giuseppe Ripepi, 87 anni, è il re della benzina a basso costo nel Mendrisiotto. Sfida la crisi ucraina con un prezzo di 1.99 franchi al litro, in un momento di rialzi generalizzati. Lui la soglia dei 2 franchi non la vuole superare: sarà una questione psicologica.
«In tanti anni di carriera non ho mai visto cifre del genere» assicura. «Ho ridotto i margini al minimo, guadagno appena 5 centesimi al litro, una miseria». Con 5 dipendenti l'esercizio è «praticamente in perdita» e all'orizzonte non ci sono prospettive rosee: secondo previsioni autorevoli - il sociologo dei trasporti Timo Ohnmacht intervistato da 20 Minuten - la "verde" potrebbe aumentare ancora del 60 per cento dopo la decisione Usa di bloccare le importazioni di greggio russo - con la possibilità che l'Ue faccia altrettanto.
Un prezzo di 3.20 franchi al litro «è possibile» conferma Ripepi. «Ma la colpa non è assolutamente di noi benzinai. Questi aumenti dipendono dalle speculazioni di borsa, i distributori subiscono i prezzi al pari dei consumatori e hanno un margine ridottissimo». Nel caso della pompa di Orcam di Ripepi, in via Maderno, quel margine si colloca abitualmente intorno a 12 centesimi a litro venduto. Più che dimezzati rispetto a qualche mese fa.
Lo storico benzinaio coglie l'occasione per lanciare un appello al Comune di Mendrisio. «In questo momento i veicoli comunali potrebbero rifornirsi dalle piccole pompe indipendenti, che si trovano in maggiore difficoltà e, magari, fanno anche prezzi migliori della concorrenza. In questo modo si sosterrebbe il territorio e si farebbero risparmiare i contribuenti».
Aggiornamento - Nella giornata di mercoledì i prezzi della benzina sono saliti nuovamente, a seguito della decisione americana di bloccare le importazioni dalla Russia. Alla pompa del signor Ripepi un litro di "verde" è arrivato a 2,19 franchi, ci segnalano i lettori.