Il PPD chiede al Consiglio di Stato di monitorare e aiutare le famiglie che ospitano profughi in Ticino
BELLINZONA - Una formazione, come avviene già per le famiglie affidatarie. E magari dei controlli in sede di autorizzazione e anche dopo. L'ondata di ospitalità che ha investito il Ticino con i primi - tanti - arrivi dall'Ucraina sbarca sui tavoli del Gran Consiglio grazie a un'interrogazione del PPD.
I deputati Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Fiorenzo Dadò hanno presentato un'interrogazione al Consiglio di Stato, per caldeggiare un intervento sull'argomento. «Accogliere una persona o una famiglia è un atto di grande generosità ma comporta anche una responsabilità molto importante» ricordano i deputati, sottolineando come tra i profughi «ci sono anche minorenni e persone confrontate con esperienze particolarmente scioccanti».
Come ricordato anche dall'Aiuto svizzero per i rifugiati e dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter, i profughi rischiano di esperienze spiacevoli anche dopo la fuga dall'Ucraina. In Germania si sono già segnalati episodi di molestie. Il Cardinale Czerny, inviato dal Vaticano in Ucraina, ha rilanciato l'allarme nei giorni scorsi. Per questo i granconsiglieri Ppd chiedono al governo se «sono previsti dei corsi o delle formazioni per le persone che intendono accogliere dei profughi ucraini» e «quali sono le verifiche previste in sede di autorizzazione e durante il periodo di accoglienza».