Il Decs ha presentato in conferenza stampa novità e sfide del nuovo anno scolastico che inizierà tra cinque giorni.
Circa il 60% degli allievi già scolarizzati alle elementari e alle medie ha frequentato corsi intensivi d'italiano per alloglotti. «Questo dimostra che una bella maggioranza di loro ha deciso di affrontare la scolarità in italiano in Ticino con convinzione».
BELLINZONA - Mancano cinque giorni. Lunedì 29 agosto 56'650 allievi e 7'060 docenti ticinesi torneranno infatti in aula dopo le vacanze estive. L'anno scolastico che si appresta a iniziare sarà il primo a non avere (almeno inizialmente) la spada di Damocle del Covid-19 sulla testa, anche se le sfide per il Dipartimento dell'educazione e dello sport (Decs) di certo non mancano. A iniziare dall'integrazione nelle classi dei profughi ucraini.
Il Covid-19 non preoccupa più - Sfide e novità che sono state presentate quest'oggi nella consueta conferenza stampa che anticipa di qualche giorno il suono della prima campanella. «Quest'anno il tema della pandemia non ci preoccupa più di tanto», ha esordito Manuele Bertoli. «A ogni modo rimaniamo vigili, anche in collaborazione con l'Ufficio del medico cantonale».
Corsi estivi - La sfida maggiore, archiviata la pandemia, resta quindi quella della gestione dei 630 allievi ucraini già scolarizzati lo scorso anno - 100 nella scuola dell’infanzia, 250 nelle scuole elementari, 170 nelle scuole medie e 100 nelle scuole post-obbligatorie - che dal 29 agosto varcheranno le aule. La loro integrazione è comunque continuata durante l'estate. Circa il 60% degli allievi già scolarizzati alle elementari e alle medie ha infatti frequentato corsi intensivi facoltativi d'italiano per alloglotti. «Questo dimostra - precisa il direttore del Decs - che una bella maggioranza di loro ha deciso di affrontare la scolarità in italiano in Ticino con convinzione». L’integrazione sarà estesa anche ad altri 200 bambini e giovani ucraini residenti nel nostro cantone che a giugno non si erano ancora iscritti a scuola. «Li abbiamo sollecitati», precisa il Consigliere di Stato. «Un bilancio verrà fatto dopo l'inizio dell'anno scolastico».
Il dilemma dei livelli - A tenere banco, a dire il vero più su quelli politici che su quelli scolastici, è anche la questione dei livelli alle scuole medie. Dopo lo stop alla sperimentazione imposto lo scorso 26 gennaio dal Gran Consiglio, il dibattito è infatti ripartito. «Il tema, che avrebbe dovuto rimanere prettamente scolastico, è diventato squisitamente politico», precisa Bertoli. «Dopo la bocciatura sono infatti arrivati due atti parlamentari e un atto popolare. Noi ora siamo pronti a dare una risposta, ma per farlo prima vogliamo incontrare la commissione formazione e cultura del Gran Consiglio. Questo dovrebbe accadere a breve, poi potremo rendere pubblico tutto quello che è stato preparato».
«La politica faccia un passo indietro» - Il dato politico, per Bertoli che per il momento non si sbottona sui contenuti, è però chiaro. Tutti gli atti, precisa, «chiedono l'abolizione del sistema attuale» che dovrebbe «venir sostituito» con «qualcosa di diverso e migliore» e soprattutto «non separativo». Ora si tratta solo «di mettersi d'accordo» su quale modello utilizzare. «Spero che si riesca a trovare un consenso politico attorno a un passo indietro della stessa politica sui modelli, lasciando definire ai tecnici e alla scuola cosa fare per una reale sostituzione di questo sistema».
Distribuzione di assorbenti, via al progetto pilota - Con l’inizio di quest'anno scolastico il Decs avvierà un progetto pilota che prevede l’istallazione di distributori per gli assorbenti in undici istituti scolastici (sei di scuola media, due di scuola media superiore e tre centri professionali).
La carica dei dodicimila apprendisti - Nei centri professionali stanno iniziando un nuovo anno scolastico circa 12'000 apprendisti e studenti, con una sostanziale stabilità per la formazione di base rispetto ai dati dell’anno scolastico 2021/2022 e un aumento di allievi/e presso l’Istituto della transizione e del sostegno, che accoglierà una parte dei giovani provenienti dall’Ucraina nell’ambito del pre-tirocinio d’integrazione. Circa due terzi degli apprendisti e apprendiste (6'800 giovani) svolgono la formazione di base nella modalità duale (scuola-azienda), l’altro terzo (circa 3'700 giovani) frequenta una scuola professionale a tempo pieno. Per quanto concerne il livello terziario non universitario, sono circa 1'300 gli allievi iscritti in una delle dieci scuole specializzate superiori.