Dopo le frecciate del parlamentare Marco Passalia, arrivano quelle di Paolo Morel, presidente della sezione luganese del PLR.
LUGANO - A lanciare l’ennesimo "allarme radar" è stato il parlamentare Marco Passalia (Il Centro) in un’intervista rilasciata a Tio/20Minuti qualche giorno fa. Il granconsigliere ha inoltrato un’interpellanza sul tema al Governo, sostenendo che in gennaio il numero di apparecchi sul territorio fosse esagerato. Ora è Paolo Morel, presidente della sezione luganese del PLR, a rincarare la dose: «La percezione generale del cittadino è effettivamente che i controlli radar in Ticino siano “fuori controllo”».
Multe in preventivo? – Morel va oltre. Senza usare mezzi termini. «Da alcuni ticinesi i radar sono considerati come un’ulteriore tassa. Più o meno occulta. Eppure continuano a essere venduti come strumento di prevenzione. Prova ne è l’inserimento nei conti dello Stato del preventivo “multe”. Come tutti i preventivi, dovrebbe essere un obiettivo da raggiungere. Sono molti i milioni che Cantone e Comuni ascrivono alla voce multe sia che si tratti di radar fissi o mobili».
Trasparenza su luoghi e frequenze – Parole forti quelle di Morel che invita le autorità a mettere i radar solo dove servono davvero. Ma con che principio? «Il Dipartimento delle Istituzioni potrebbe fare un esercizio di trasparenza. Le informazioni sono disponibili e si trovano tutte presso la polizia. Tra le principali cause di incidenti gravi, ci sono gli eccessi di velocità. Di sicuro esistono statistiche annuali che conoscono luoghi e rispettive frequenze. Immaginiamo ora di apporre questi luoghi sulla cartina geografica del Cantone. Seguendo lo stesso procedere e in assoluta trasparenza riportiamo in seguito i luoghi e la frequenza dei controlli. Il resto è facile da intuire: più grande la correlazione tra i punti, più grande la prevenzione e viceversa».
«Dove finiscono quei soldi» – Il presidente del PLR luganese fa il punto personale sulla situazione presente. «I milioni pagati dai cittadini sono tanti, troppi. E di tutti quei soldi non sappiamo cosa ne facciano il Cantone o i Comuni. L’introito dei controlli radar sembra essere un’ulteriore misura a completamento dei budget istituzionali. Ben venga un’interpellanza come quella di Passalia».