Secondo i dati pubblicati martedì dal Wsl, la Palma di Fortune sta soppiantando le specie vegetali autoctone nel sottobosco
BELLINZONA - Un simbolo del Ticino. Una pianta ornamentale apprezzata. Ma non priva di problemi. Nell'ambito del programma pilota federale "Adattamenti ai cambiamenti climatici", i ricercatori dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio Wsl hanno messo sotto la lente la presenza massiva della Palma di Fortune e si sono interrogati sulle possibili problematiche che potrebbero emergere in un futuro non molto lontano.
Come scritto in un'anteprima del rapporto finale - che verrà pubblicato dall'Ufficio federale dell'Ambiente in maggio - «in alcuni boschi ticinesi vicini alle zone residenziali sembra quasi di essere ai tropici. Le palme piantate nei giardini negli ultimi 50 anni hanno proliferato e in alcuni luoghi stanno soppiantando nel sottobosco le specie vegetali autoctone».
Infatti, guardando solo agli ultimi mesi, mentre «gli alberi decidui erano a riposo invernale, la Palma di Fortune (Trachycarpus fortunei) ha proseguito la sua attività fotosintetica e di sviluppo. Grazie a questo vantaggio competitivo, la sempreverde originaria dell’Asia si sta espandendo fortemente nel sottobosco delle foreste in bassa quota del Sud delle Alpi».
Funzioni del bosco messe a rischio - Nei boschi in cui sono presenti grandi quantità di palme, se la presenza di invertebrati resta invariata, diminuisce la quantità di altre specie vegetali. Si riduce, inoltre, anche la protezione dei boschi «in quanto il loro sistema radicale non contribuisce molto alla stabilità del terreno».
«Diverso è il discorso nei boschi su pendii ripidi e rocciosi, dove altri alberi non riescono a crescere e dove la palma può contribuire a proteggere dalla caduta massi». E siccome tendono ad accumulare foglie secche lungo il tronco «possono far aumentare l’intensità di eventuali incendi boschivi».
Pronta a espandersi, ma va controllata - Al momento questa palma di trova prevalentemente nelle zone di bassa quota, ossia sotto i 900 metri. Non si è esclude però che in futuro riesca a prendere spazio anche su altitudini maggiori, soprattutto considerando l'incalzante riscaldamento del clima.
«I ricercatori del Wsl ipotizzano che la palma continuerà a diffondersi in maniera importante e veloce in prossimità degli insediamenti, mentre la colonizzazione dei boschi più lontani dagli abitati e dai giardini sarà più lenta. Nei sottoboschi ombrosi la palma ha infatti una fioritura molto limitata ed è pertanto improbabile che a medio termine vengano a crearsi popolamenti estesi e densi distribuiti su tutto il territorio».
Nonostante questa palma sia molto apprezzata - in un sondaggio in cui sono state consultate 2mila persone è emerso che per il 59% la presenza della pianta è positiva e che per il 54% è il simbolo del Ticino - va controllata.
Per la rimozione delle palme presenti in bosco, il Wsl «ha sviluppato e testato un metodo efficace sia in termini di tempo che di costi: per le palme adulte si tratta semplicemente di tagliare l’individuo al piede con una motosega; per quelle giovani il cui cuore è in grado di ricacciare è ancora sotto il livello del terreno è necessario procedere anche alla trapanatura della gemma apicale sul tronco tagliato. In Canton Ticino questo metodo è ora raccomandato e applicato anche dagli operatori di settore».