Allarmato il granconsigliere Tiziano Galeazzi, che interpella il Consiglio di Stato.
BELLINZONA - Sono sempre più numerosi, in Ticino, i casi di adolescenti coinvolti in risse e pestaggi. Tra gli strumenti utilizzati ci sono però anche i coltelli. E a pochi giorni dall'accoltellamento di un 17enne da parte di una 15enne alle scuole medie 2 di Bellinzona, il granconsigliere e municipale di Lugano Tiziano Galeazzi lancia l'allarme. «Arriveremo ad avere i metal detector a scuola?», si chiedono nell'interpellanza inoltrata al Consiglio di Stato Galeazzi e i cofirmatari Roberta Soldati e Paolo Pamini.
«La preoccupazione delle famiglie e della popolazione ticinese sta crescendo», sottolineano i granconsiglieri, citando anche il caso delle medie di Pregassona: «Servono misure che vadano oltre quelle fino ad oggi applicate».
«Se da una parte la responsabilità dell’educazione parte dalla famiglia, dall’altra anche la scuola dovrebbe fare la sua parte», viene evidenziato nell'interpellanza, e si spinge per una reazione del DECS. «Sì alla prevenzione, ma anche alla capacità di capire, intuire e intervenire decisi su allieve o allievi che mostrano atteggiamenti particolari o aggressività sproporzionate verso i coetanei».
Qui di seguito tutte le domande rivolte al Consiglio di Stato:
1. Il DECS ha un piano di sensibilizzazione rivolto agli studenti adattabile alla situazione in evoluzione? Se sì, potrebbe essere spiegato nel dettaglio?
2. Che tipo di sensibilizzazione propone il DECS per le Direzioni scolastiche e per il corpo docenti?
3. Il DECS è ha conoscenza di altri casi del genere, in cui un/a ragazzo/a è stato trovato/a con un'arma bianca nello zaino negli ultimi tre anni?
4. Che tipo di misure vorrebbe prendere il DECS dopo tutti questi fatti accaduti?
5. Che tipo di misure vengono prese verso l’allieva o allievo trovato in possesso di un'arma (di qualsiasi genere)?
6. E verso i genitori di questi allievi? Come si comporta il DECS per il tramite delle Direzioni scolastiche?