«Vogliamo evitare che il Ticino appaia come irraggiungibile», sottolinea il presidente di Ticino Turismo Simone Patelli.
BELLINZONA - Duro colpo per il turismo ticinese. Come annunciato ieri dalle FFS, la galleria del San Gottardo rimarrà chiusa ai treni passeggeri ancora per diversi mesi e i viaggiatori non potranno percorrerla prima del 2024. Il deragliamento di un treno merci avvenuto lo scorso 10 agosto ha infatti causato danni particolarmente ingenti. Danni che però, con il prolungarsi della chiusura del tunnel, rischiano di ricadere anche sulle attrazioni turistiche, gli hotel e i ristoranti ticinesi.
Un’ora in più di viaggio e una riduzione del 30% dei posti a sedere durante il weekend, infatti, pesano.
«Se si drammatizza, sarà un dramma» - «Diciamo che non ci voleva», riferisce a Tio/20minuti Fabio Bonetti, direttore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli. «Va però detto che nella regione di Ascona-Locarno l’80% dei turisti arriva in automobile. E non credo che chi ha prenotato un soggiorno rinuncerà per un’ora in più di viaggio».
I timori si fanno più intensi, invece, «per chi fa turismo di giornata, arrivando al mattino e rientrando la sera. In questo caso la chiusura della galleria potrebbe influire». Il tipo di narrazione tenuta, sottolinea però Bonetti, conta. Soprattutto nell'ambito turistico. «Se si drammatizza, il risultato sarà drammatico, mentre se si riesce a dipingere la situazione in modo diverso si parerà il colpo».
«Non scoraggiamo il turista» - «C’è preoccupazione, è chiaro, soprattutto per il turista di giornata o che si ferma solo per un breve periodo», conviene Simone Patelli, presidente di Ticino Turismo. «Speriamo che la situazione si normalizzi il prima possibile e in sicurezza».
Cercare di non scoraggiare il turista, intanto, resta essenziale: «Vogliamo evitare che passi un messaggio negativo e che il Ticino appaia come irraggiungibile. Questo perché poi magari si va a perdere anche un turista che di base sarebbe venuto». E, riguardo alla riduzione dei posti a sedere: «Quello che sarà importante, e so che le FFS ci stanno lavorando, è contenere al massimo la riduzione del volume di trasporto».
Se Moon&Stars e Festival di Locarno sono ormai alle nostre spalle, all’orizzonte c’è infatti un altro grande evento di particolare attrattiva per svizzeri tedeschi e romandi: la festa federale della musica popolare. Per la prima volta nella sua storia, la manifestazione si terrà in Ticino, tra il 21 e il 24 settembre a Bellinzona. Ma la chiusura della galleria è come un fulmine a ciel sereno.
Alla festa, con il tunnel - «Non sono tranquillo ovviamente», così il presidente del comitato organizzativo Andrea Bersani. «Quanto annunciato dalle FFS ci preoccupa. Si è voluto organizzare questa festa in Ticino anche approfittando del fatto che grazie al tunnel di base il nostro cantone era raggiungibile con una certa facilità. Si sperava così che molti appassionati di musica popolare potessero recarsi alla festa facendo andata e ritorno in un solo giorno, senza per forza dover pernottare. Questo problema potrebbe scoraggiare qualcuno».
Si teme una minore affluenza anche alla Funivia Monte Carasso Mornera, che porta al popolarissimo Ponte Tibetano. «Magari qualcuno, non avendo più la possibilità di arrivare velocemente dalla Svizzera interna, rinuncia già di partenza ad affrontare il viaggio. Speriamo che la cosa si risolva in tempi più brevi rispetto a quanto previsto», conclude Ivan Guidotti, direttore dell’Ente turistico Carasc.