Tra le conseguenze, la fuga di infermieri che possono guadagnare, privatamente, anche 10mila franchi al mese.
CAMORINO - Cure private a domicilio, in Ticino «il mercato non è soltanto libero, ma totalmente fuori controllo», dice senza mezzi termini la Conferenza dei presidenti dei servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico ticinese. Il settore degli Spitex privati e degli operatori indipendenti, negli ultimi anni, ha subito un’esplosione incontrollata generando però delle pesanti storture. E l’analisi del fenomeno è stata fatta dalla Conferenza.
Le cifre intanto - Negli ultimi anni si è assistito a un’esplosione incontrollata di Spitex privati «passati dai 24 del 2016 agli oltre 60 attuali nel Cantone, 20 dei quali senza il contratto di prestazione pubblica cantonale. Ma soprattutto è cresciuto il numero di infermiere e infermieri indipendenti che operano nell’ambito delle cure a domicilio: nel 2016 erano 210, oggi superano i 500», è il primo passaggio dell'analisi.
E come «spesso accade il Ticino ha un ruolo per nulla virtuoso in questo trend: su circa 1’420 infermiere e infermieri indipendenti che operano nel settore in Svizzera, infatti oltre un terzo lo fanno nel nostro Cantone. Fatte le debite proporzioni la nostra è la situazione peggiore. Occorre urgentemente una regolamentazione del settore», dice Daniele Bianchi della Conferenza.
Infermieri - «Purtroppo la carenza di infermieri è un problema reale. In molti hanno capito che uscendo dal pubblico e mettendosi in proprio hanno trovato la gallina dalle uova d’oro. Un infermiere con i suoi 5 o 6 pazienti al giorno può guadagnare 10mila franchi al mese senza dover fare i turni in ospedale o altro. E, fatto ancor più preoccupante, spesso questi infermieri prendono in carico magari dei pazienti che prima seguivano in ospedale ai quali hanno suggerito l'assistenza domiciliare», spiega sempre Bianchi.
Situazione - «Sia chiaro: non intendiamo mettere in discussione il libero mercato e il principio della concorrenza. Rileviamo unicamente che nel settore ticinese delle cure a domicilio il mercato è incontrollato. La libertà di impresa dovrebbe comportare un rischio imprenditoriale, che non si pone però nel caso specifico, trattandosi di attività completamente coperte da finanziamenti pubblici (Cantone e Comuni) e dalle cittadine e dai cittadini che pagano l’assicurazione malattia obbligatoria». ll fenomeno dunque è in continua crescita, «ma nessuna autorità tantomeno le assicurazioni malattia, chiamate a coprire parte dei costi - si è ancora decisa a porvi un freno», hanno detto in mattinata gli esperti della Conferenza.
Obiettivo - Lo scopo della «nostra presa di posizione odierna è proprio quello di lanciare un forte grido di allarme per chiedere un immediato intervento di regolamentazione sul settore, introducendo una moratoria su enti e persone autorizzate a esercitare nell’ambito delle cure a domicilio. E per portare dagli attuali 2 anni a 5 il periodo di pratica professionale necessaria per ottenere l’autorizzazione a operare come indipendenti nelle cure a domicilio (come richiesto anche dall’Associazione infermiere e infermieri indipendenti). Necessario poi un rigoroso freno da parte del Consiglio di Stato per evitare pesantissime conseguenze finanziarie, per il Cantone, per le casse malati e, soprattutto per i Comuni», dicono gli esponenti della Conferenza.
Effetti negativi di un “mercato selvaggio” - Questo “mercato selvaggio” sta provocando gravi problemi su diversi piani: la governance del settore, in particolare per quanto riguarda la qualità e l’effettiva necessità delle cure erogate (economicità); i costi a carico dei contribuenti, pagati in parte tramite i premi di cassa malati e in parte coperti dal Cantone, che li ribalta poi sui Comuni nella misura dell’80%; l’indebolimento del sistema ospedaliero e degli istituti per anziani.
Esplosione delle ore fatturate all’assicurazione malattia obbligatoria - Anche i costi a carico dell’assicurazione malattia di base sono aumentati in modo esponenziale tra il 2015 e il 2021, come si evidenzia dalle ore di cura fatturate. Spitex privati: + 170%; infermiere e infermieri indipendenti: + 98%. Mentre nello stesso periodo le ore di cura fatturate alle casse malati dagli Spitex pubblici sono cresciute soltanto del 13%.
Pianificazione integrata Lanz-Lacd 2021-2030 - È Il documento di riferimento cantonale per lo sviluppo del settore anziani fino al 2030. Il Gran Consiglio l’ha approvata assumendosi la responsabilità politica dell’aumento della spesa secondo i parametri indicati nel documento. Per quanto riguarda i Servizi di assistenza e cura a domicilio pubblici, è previsto nel 2030 un costo totale (Cantone + Comuni) di circa 53 milioni di franchi all’anno. Nel preventivo 2024 è inserita la cifra di circa 31 milioni (quota cantonale pari a 6 milioni e 200'000 franchi).
È quindi molto probabile che nel 2030 i costi previsti saranno rispettati. Nello stesso documento di Pianificazione, per Spitex privati e infermiere e infermieri indipendenti sono invece inserite, sempre in prospettiva 2030, rispettivamente le poste contabili di circa 7 milioni e mezzo e poco meno di 4 milioni, per un totale leggermente superiore agli 11,5 milioni.
Ma attenzione: nel preventivo 2024 del Cantone alla voce contributi ai servizi e agli operatori privati è inserita la cifra di ben 18'725'000 (3'745'000 di spettanza cantonale). Quindi, già l’anno prossimo verrà ampiamente superato il tetto fissato dalla Pianificazione approvata dal Gran Consiglio per il 2030!
Autori dell'indagine - Sono 6 le associazioni rappresentate: SCuDo - Servizio di assistenza e cura a domicilio del Luganese; Spitex Tre Valli - Servizio assistenza e cura a domicilio Regione Tre Valli; Maggio - Assistenza e cura a domicilio Malcantone e Vedeggio; ACD - Associazione assistenza e cura a domicilio Mendrisiotto e Basso Ceresio; ABAD - Associazione Bellinzonese per l'Assistenza e cura a domicilio; ALVAD - Associazione Locarnese e Valmaggese di Assistenza e cura a Domicilio.