Se il progetto di dimezzamento della quota esente Iva dovesse diventare realtà, lo si farà spesso. Ma ci sono alcuni interrogativi.
SAVOSA - Ha fatto discutere - e animatamente - il progetto (al momento solo in cantiere) in quel di Berna di dimezzare il valore esente dall'Iva Svizzera (e quindi dalla dichiarazione doganale) delle spese fatte oltreconfine.
Stando a quanto riportato in un'indiscrezione di lunedì del TagesAnzeiger si potrebbe passare dai 300 franchi (a persona) a 150 franchi. La misura vuole più o meno apertamente fare da deterrente al turismo dello shopping da sempre una spina nel fianco dei dettaglianti dei cantoni di confine.
Un disincentivo che passa, più che per l'ammontare vero e proprio (che resta comunque relativamente basso), per le necessità burocratiche collegate all'acquisto oltrefrontiera.
Lo spettro della burocrazia
Insomma, la sensazione è quella che il Dff di Karin Keller-Sutter, speri che il fatto di dover dichiarare l'acquisto sia sufficiente per far cambiare idea, almeno una parte di chi si reca regolarmente al di là del confine per una spesa o un acquisto.
Una delle questioni critiche sollevate da esperti e giornali svizzerotedeschi riguarda il prevedibile sovraccarico di lavoro per gli uffici doganali che potrebbero trovarsi sommersi dalle pratiche di sdoganamento.
Quello che Berna si auspica è che, chi è intenzionato a fare una spesa superiore al valore tassabile, giochi d'anticipo e dichiari tutto attraverso l'app per smartphone Quickzoll che è da tempo disponibile su Play Store e Apple Store.
Ma come funziona?
In realtà è abbastanza semplice, l'applicazione permette di dichiarare l'ammontare e pagare l'eventuale Iva Svizzera con carta di credito in maniera abbastanza immediata. Attraverso di essa si può anche "prenotare" uno slot di 2 ore durante il quale si pensa di varcare la dogana, e durante il quale la ricevuta può - nel caso - essere controllata.
Fra i problemi che abbiamo rilevato (e non solo noi) il primo riguarda il fatto che tutta la merce che si dichiara su Quickzoll è sottoposta a un’aliquota normale del 7,7%, anche se si tratta di beni che normalmente sarebbero sottoposti a quella ridotta (2,5%) ed è questo il caso dei generi alimentari.
Altra cosa, necessitando per forza di cose di una connessione dati non tiene conto delle problematiche legate al roaming che alcuni potrebbero non avere.
Chi non potesse connettersi alla rete mentre si trova oltreconfine viene quindi richiesto non solo di azzeccare esattamente l'ammontare della spesa fatta ma anche di stimare il momento di passaggio attraverso la frontiera.