In Ticino da gennaio a novembre hanno chiuso 323 aziende, il 9% in più su base annua.
Aumentano però anche le nuove attività: nel nostro cantone l'1% in più.
BERNA/BELLINZONA - Si conferma la sensibile crescita dei fallimenti aziendali in Svizzera: lo indicano i dati pubblicati oggi dalla società di informazioni economiche Dun & Bradstreet (D&B), che osserva una progressione marcata anche in Ticino.
Nei primi undici mesi dell'anno le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 4751 a livello elvetico, il 9% in più dello stesso periodo del 2022. Il dato riassume peraltro una realtà regionale variegata: tenendo conto solo dei cantoni con numeri di una certa consistenza spiccano per esempio il +26% di Friburgo nonché il +20% di Zugo. Il principale polo economico elvetico, Zurigo (+6%), mostra un aumento più contenuto. Il Ticino si muove quasi in perfetta sintonia con la media nazionale (+9% a 323 casi). In controtendenza risultano solo quattro cantoni: Glarona (-39%). Svitto (-37%), Neuchâtel (-9%) e Grigioni (-6% a 64 casi).
Ai fallimenti per incapacità a far fronte ai pagamenti vanno poi aggiunti quelli per lacune nell'organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni): il numero complessivo sale così a 7085 (+1% rispetto al periodo gennaio-novembre 2022) a livello svizzero, a 512 in Ticino (-9%) e a 90 nei Grigioni (-29%).
Se diverse aziende devono abbassare le saracinesche, non poche al contrario aprono i battenti: le nuove iscrizioni al registro di commercio nella Confederazione sono state 46'936 nel periodo in esame, valore in progressione del 4% su base annua. Maggiore dinamismo viene mostrato dai Grigioni (+14% a 1071), mentre il Ticino segna +1% (a 2075).