Al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona i due imputati si ritengono innocenti e scelgono la linea del silenzio.
BELLINZONA - È iniziata oggi presso il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona la procedura d'appello in relazione al caso di due basilesi condannati in prima istanza per aver compiuto un attentato con esplosivi in una casa privata a Basilea nel 2022, nonché di aver tentato di comprare altro materiale esplosivo. I due imputati si sono perlopiù rifiutati di testimoniare, rimanendo in silenzio.
Il loro atteggiamento non è cambiato nemmeno quando la giudice ha mostrato in aula i filmati delle videocamere di sorveglianza e i verbali degli interrogatori.
Uno dei due imputati, 25enne - più vecchio di due anni rispetto all'altro - ha dichiarato di essere innocente e di non capire perché debba essere condannato a diversi anni di carcere. "Rivoglio la mia libertà, è insopportabile essere condannati ingiustamente", ha detto davanti alla Corte.
La Corte ha poi chiesto loro se avessero avuto a che fare con l'incidente e uno dei due incolpati si è nuovamente rifiutato di rispondere, mentre il secondo ha dichiarato di non avere nulla a che fare con l'episodio.
Il processo di prima istanza - Durante il primo appello tenutosi alla fine di novembre, il Tribunale penale federale (TPF) aveva condannato i due basilesi a pene detentive di rispettivamente 60 e 74 mesi. Nella detonazione avvenuta alla fine di marzo 2022 nel quartiere Bruderholz della città sul Reno nessuno era rimasto ferito, ma i danni materiali erano ammontati a 170'000 franchi.
Stando ai giudici, nei mesi successivi i due imputati si sono recati a Stoccarda, in Germania, per acquistare due chili di esplosivo e un'arma: il venditore da cui hanno tentato di rifornirsi era in realtà un agente di polizia tedesco sotto copertura.