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LOCARNOIl canone a 200 franchi preoccupa il settore audiovisivo

09.08.24 - 18:00
Ne hanno discusso a Locarno circa 150 addetti ai lavori, a partire dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider
Locarno Film Festival / Ti-Press
Fonte Ats
Il canone a 200 franchi preoccupa il settore audiovisivo
Ne hanno discusso a Locarno circa 150 addetti ai lavori, a partire dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider

LOCARNO - L'iniziativa "200 franchi bastano!", sottoposta al voto popolare nel 2026, è al centro del Dîner politique che si svolge questa sera a Locarno. Circa 150 cineasti e politici, tra cui la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, dibattono delle sfide che attendono il settore audiovisivo.

L'accettazione dell'iniziativa segnerebbe la fine di serie elvetiche come "Davos", "Tschugger" e "Hors Saison", stando agli organizzatori dell'incontro, il Gruppo degli autori, registi e produttori di film (GARP). Anche documentari e film di finzione non ne uscirebbero indenni.

Brutto colpo per il cinema svizzero - Il GARP si rammarica anche della recente decisione del Consiglio federale di ridurre il canone a 300 franchi, «un duro colpo per l'audiovisivo svizzero e l'industria cinematografica».

Il taglio del budget della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) avrà l'effetto di «trasferire la responsabilità di documentare e raccontare la storia svizzera a società di produzione ed emittenti con sede all'estero. Questo indebolirebbe in modo permanente l'indipendenza audiovisiva nazionale», avverte il GARP.

«Se non siamo noi a raccontare le nostre storie al pubblico svizzero, chi lo farà?», si chiede il regista Jacob Berger, copresidente del GARP.

Secondo il Gruppo degli autori, registi e produttori di film, l'attuale crisi finanziaria della SSR non ha precedenti. Inoltre, le entrate aggiuntive generate dal voto popolare per la modifica della legge sul cinema (la cosiddetta Lex Netflix) non si sono ancora fatte sentire.

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