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CANTONETra piogge e grandinate, le vigne ticinesi messe a dura prova

30.08.24 - 16:32
Davide Cadenazzi, Federviti: «La vendemmia sarà tardiva e inizierà non prima del 22 settembre: un'opportunità per il nostro Merlot»
tio/deposit photos
Tra piogge e grandinate, le vigne ticinesi messe a dura prova
Davide Cadenazzi, Federviti: «La vendemmia sarà tardiva e inizierà non prima del 22 settembre: un'opportunità per il nostro Merlot»

LUGANO - Dopo un 2022 siccitoso, un 2023 piovoso, anche il 2024 è stato una stagione impegnativa per i viticoltori ticinesi. È questo il bilancio tratto nella mattinata di venerdì dal presidente di Federviti, Davide Cadenazzi, intervenuto nella consueta conferenza stampa che ogni anno tira le somme sull'andamento dell'annata vitivinicola.

Le condizioni climatiche, in particolare le piogge abbondanti in primavera e a inizio estate, accompagnate da violente grandinate, hanno messo ancora una volta a dura prova i professionisti del settore, soprattutto dal punto di vista fitosanitario.

«I viticoltori - racconta il presidente di Federviti - hanno saputo migliorare la propria performance. Reduci dagli anni precedenti, sono riusciti a prevenire gli attacchi dei parassiti con grande competenza. Le condizioni climatiche hanno certamente pregiudicato l'andamento stagionale: la pressione delle malattie, a causa delle forti precipitazioni, è stata forte in tutto il cantone. Così come la comparsa di gelo tardivo: in questo caso - fortunatamente - i danni sono stati circoscritti a specifiche zone». Malgrado le premesse, ad ogni modo, la produzione «è più che buona in tutto il cantone», ha poi rassicurato.

Danni per pioggia e grandine - Non sono mancati però i danni. In particolare «nel mese di luglio le fortissime piogge, accompagnate da scoscendimenti e grandine, hanno segnato i vigneti del Mendrisiotto. Così come la forte grandinata, avvenuta lo scorso 12 luglio nel Bellinzonese: alcune piante sono state completamente distrutte, i tralci segnati, con conseguenze che andranno a inficiare la fecondità della vite negli anni a venire», ha spiegato Cadenazzi.

Calo delle vendite - Il maltempo ha inciso poi su un altro settore, quello delle vendite. «In generale - ha commentato Valerio Cimotti, direttore della Cantina di Giabiasco (CAGI) - il consumo di vino sta calando. Con la primavera rovinata, il settore della ristorazione ha venduto meno. Non aiuta poi l'attuale contesto di grandi aumenti, come per esempio dei premi della cassa malati: il merlot ticinese è noto per avere un prezzo superiore ad altri vini e, dunque, con questa situazione, si tende a scegliere altri prodotti, spesso provenienti dall'estero».

Vendemmia non prima del 22 settembre - I viticoltori guardano comunque avanti, più precisamente alla prossima vendemmia che, quest'anno, sarà tardiva. Stando alle analisi tecniche degli ultimi giorni, inizierà non prima del 22 settembre, in quanto «la maturazione è leggermente in ritardo rispetto allo scorso anno», afferma Cadenazzi. «Può rivelarsi interessante: lo sbalzo termico tra il giorno e la notte favorirà un'ottima maturazione dei tannini e dei complessi aromatici. Si prevede quindi una qualità buona, con un livello di produzione cantonale che si attesterà poco al di sopra della media decennale (55mila quintali d'uva) grazie al livello di produttività segnato dall'annata».

In campo la situazione non è sempre rosea - Nel suo discorso, Cadenazzi spiega che la vita tra i filari è proprio difficile, a volte. Cervi, tassi e uccelli (in particolare gazze), prendono di mira gli appezzamenti. A ridosso della vendemmia, sono soprattutto i cinghiali a fare danni, spiega il presidente di Federviti. Non manca poi la Popilia japonica, responsabile della distruzione della parete fogliare e la cui presenza è «sempre più preoccupante: a lungo termine porta a un indebolimento della pianta». Infine, gli sbalzi climatici che favoriscono lo stress della vite, inducendo il mal dell'esca, ossia un complesso di funghi naturalmente presente nel legno che si manifesta esclusivamente dopo periodi di stress per la vite.

Patentino fitosanitario - Durante l'incontro, Federviti ha voluto inoltre porre l'accento su un'altra questione: il tesserino fitosanitario, necessario a partire dal 1° gennaio 2026. Una nuova strategia decisa a livello federale per ridurre il rischio legato all'uso di prodotti fitosanitari e per cui chiedono a tutti i viticoltori ticinesi di adeguarsi. Solo in questo modo il settore vitivinicolo potrà farsi trovare pronto al cambiamento.

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