Tobia Botta, da Morbio Superiore alla conquista del mondo a suon di... (mini) giochi di carte.
MORBIO SUPERIORE - Guardare le previsioni del tempo sul giornale, oppure un documentario sui pinguini o un film di Indiana Jones e all'improvviso... ecco che scocca la scintilla. Allora prendi carta e penna, pensi, scribacchi. Poi realizzi un prototipo e, dopo un po' di partite fatte “a porte chiuse”, voilà: il gioco è servito.
«I miei giochi di società nascono così da un lampo, un'intuizione improvvisa che arriva nel momento più inaspettato», ci racconta Tobia Botta che da Morbio Superiore ha letteralmente conquistato il mondo con i suoi giochi di carte. “Bubbly”, il suo gioco d'esordio è venduto in 11 Paesi: «Proprio l'altro giorno mi è arrivata a casa la versione in thailandese, e fa un certo effetto», ride.
Specialità del game designer momò - che nella sua vita è stato anche scenografo e regista - sono i giochi di carte, che ha reinventato in versione “bonsai”: «È una scelta volontaria e in controtendenza, oggi molti produttori realizzano giochi con scatole enormi per alzare il prezzo di vendita e spesso sono anche complicatissimi. Ho deciso di seguire una filosofia diametralmente opposta: giochi piccoli (e tascabili) a prezzi ridotto, semplici da imparare e rapidi da giocare».
Ed ecco qui: “Meteo”, ”Blue Penguin“ e “Do not Disturb” che Tobia sta portando in giro per l'Europa, e con un ottimo successo: «Fra non molto saranno disponibili anche nei negozi in Ticino e nella vicina Italia», ci conferma.
Ma come si capisce se il gioco che stai facendo funziona davvero? «Diciamo che te ne accorgi a furia di provarlo, spesso l'idea di partenza - che pensavi fosse geniale - viene messa completamente a gambe all'insù e finisci per accorgerti che, in realtà, la scelta giusta non è quella che avevi pensato tu inizialmente», conferma Botta che è solito sottoporre le sue creazioni ai suoi due figli: «In generale capisci che sei sulla strada giusta quando, alla fine di una partita, qualcuno dice: “Facciamone un'altra!”», ride.
In un mondo votato al digitale, la scelta di realizzare un gioco “analogico” è anche questi una dichiarazione d'intenti, ostinata e contraria: «Penso che passiamo già abbastanza tempo davanti a uno schermo. Giocare a un gioco di carte, o a un gioco di società, è un modo sano per stare insieme. Non voglio fare la guerra ai videogame o agli smartphone, ma penso che sia bello poter avere un'alternativa. Reputo che mai come oggi l'essere umano abbia bisogno di incontrare faccia a faccia altre persone».