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CANTONEÈ frenesia da Bitcoin. «Attenti alle "trappole mentali"», ecco quali

15.11.24 - 06:30
Il professor Edoardo Beretta analizza il momento di "cripto-euforia" e avverte: «Volatilità è fattore di rischio, agire con prudenza».
Keystone
È frenesia da Bitcoin. «Attenti alle "trappole mentali"», ecco quali
Il professor Edoardo Beretta analizza il momento di "cripto-euforia" e avverte: «Volatilità è fattore di rischio, agire con prudenza».

LUGANO - Apprezzamento e incetta record di Bitcoin. Dopo aver superato domenica scorsa il suo record storico - raggiungendo e superando la soglia psicologica degli 80 mila dollari -, il Bitcoin, al di là delle fisiologiche pause di consolidamento (correzione all'ingiù nel pomeriggio di ieri, giovedì), continua a volare dentro un solido trend rialzista, in un lungo balzo da vertigini: superati mercoledì i 90 mila dollari, +154% in un anno.

Secondo gli esperti si tratta di una conseguenza diretta delle elezioni presidenziali americane che trovano nel neo vincitore, Donald Trump, un grande sostenitore della valuta digitale. In campagna elettorale il Tycoon aveva promesso infatti, in caso di vittoria, di creare «una riserva strategica nazionale di Bitcoin» e di varare nuove leggi e regole a favore della «crypto industry», per fare degli Usa «la cripto capitale del pianeta».

Prospettiva possibile secondo Edoardo Beretta, Professore titolare di macroeconomia internazionale presso l’USI. «Al netto dell'enfasi tipica di ogni campagna elettorale - spiega l’accademico - gli USA si trovano senz'altro in una posizione di potenziale favore da questo punto di vista. Sono, infatti, sede delle cosiddette Big Tech che stanno cambiando la quotidianità tramite il canale della digitalizzazione, sulla scia di continuità con il “soft power” americano. Sono, inoltre, particolarmente propensi all'innovazione finanziaria con fondi istituzionali in grado di movimentare miliardi di dollari. Infine, dopo la Cina e prima dell'India, sono i maggiori produttori d’energia a livello globale. Tre elementi, certamente, non di poco conto».

Professore, perché il neoeletto Presidente americano ha rivisto favorevolmente la sua posizione nei confronti delle criptovalute rispetto al suo primo mandato?
«Fra i fattori determinanti ritengo che spicchino la maggior diffusione delle stesse rispetto al 2021 oltre che il maggior prezzo del Bitcoin che, non senza volatilità, è cresciuto dai 35,547$ del 20 gennaio 2021 (conclusione del primo mandato) a 67.811$ (giorno pre-elettorale) di un +90,8%».

Resta però il fatto che le cripto siano in un certo senso concorrenti della moneta stampata dalle banche centrali.
«Se le criptovalute sono viste oggigiorno ancora per molti aspetti - come il carattere di emissione privata -, in contrapposizione rispetto alla moneta “fiat” (cioè di emissione bancaria) e alla finanza tradizionale, la percezione di esse dipenderà in futuro anche proprio da questi tentativi di “istituzionalizzarle” ovverosia (se non di regolamentarle) almeno di portarle nel dibattito pubblico, contribuendo indirettamente alla loro diffusione. Del resto, a inizio 2024 la SEC (l’ente federale americano che vigila sulle borse valori) avevo già dato via libera al primo spot ETF su Bitcoin quotato sui mercati regolamentati: la Fed ha, invece, tenuto finora una posizione meno univoca».

Come conciliare il "cripto anarchismo" con regole ad hoc?
«Credo che una forma di compromesso fra le varie forze – quella pur sempre regolamentativa di molte autorità pubbliche da un lato e quella decentralizzata delle criptovalute dall'altro – sia scenario probabile nel medio-lungo termine. Quando una tecnologia “matura” o acquisisce ulteriore diffusione non può infatti più avere la stessa “irruenza” tipica delle fasi più “giovani”: di converso, le autorità pubbliche man mano che le criptovalute “maturano” e si insediano nella finanza tradizionale potranno sempre meno facilmente non assecondare il mercato. Non mi pare, però, che ciò sarebbe scenario svantaggioso per il mondo delle criptovalute nel suo complesso che potrebbero raggiungere sempre più volumi transattivi tipici della finanza tradizionale».

L'apprezzamento del Bitcoin legato al neoeletto Presidente americano quanto durerà?
«È probabile che perduri finché che le aspettative degli investitori (perlopiù, fondi istituzionali) lo supporteranno. In altre parole: fintanto che non giungeranno aggiornamenti diversi che ridimensionino quanto prospettato in campagna elettorale. Il taglio dei tassi d'interesse (legato alle minori prospettive d'aumento dell'inflazione) "soffia" poi sul prezzo degli asset finanziari su cui si spingono molti investitori vedendo il risparmio bancario meno remunerato. Il momento è, comunque, molto incerto a livello economico-finanziario (e, quindi, volatile) come in ciascuna fase di transizione. Molto dipenderà anche dall'eventuale nuova governance di SEC e Fed e dall'approccio, che avranno nei confronti delle criptovalute».

Comprare Bitcoin, è investimento, accantonamento o speculazione?
«Direi tutte e tre le cose, a dipendenza di come ci si approcci. Mi spiego: se acquisto e vendo Bitcoin a breve/brevissimo termine, speculo (cioè punto a un eventuale guadagno immediato). Se acquisto a medio-lungo termine, invece investo. Per quanto riguarda l'accantonamento, Bitcoin è ancora assai volatile nel suo andamento anche se dai suoi albori a oggi il rialzo del suo prezzo (non senza “scossoni” e fasi di ribasso non troppo lontane temporalmente) ha registrato qualcosa come +149.632.000%, da valori di poco superiori ai 0,05$ (metà luglio 2010) agli 87.026$ di quest’istante».

Numeri che fanno gola, ma quali rischi e come approcciarsi a questo "nuovo" mondo?
«La volatilità del mondo delle criptovalute è senz'altro un fattore di rischio per i “non addetti ai lavori”, che ne conoscono peraltro meno i meccanismi di funzionamento rispetto a quello bancario-finanziario. Sono necessarie – come per qualsiasi investimento – ponderazione e analisi critica prima di operare. Investire in Bitcoin è soggetto alle stesse “trappole mentali” di un qualsiasi altro prodotto finanziario: eccesso di fiducia in se stessi e “framing effect” cioè come l'informazione fornitaci viene “inquadrata” sono fra questi. La “chiave” è sempre la conoscenza e prendersi il tempo necessario per una riflessione ponderata e magari anche (ben) consigliata».

Se nella platea mondiale degli investitori l'oro (+ 30% in un anno), che domina la classifica dei più "desiderati" capitalizzando oltre 18mila miliardi di dollari, non può considerarsi più una novità, è invece ancora Bitcon (nella top ten dei primi asset al mondo) a imporsi come nono asset planetario, facendo registrare una capitalizzazione record (oltre 1.700 miliardi di dollari) e scavalcando giganti come Meta e Tesla.
«È un dato di fatto – non trascurerei anche che un'oncia d'oro (circa 31g) abbia raggiunto gli attuali 2.600$, di poco inferiori al suo record storico risalente appena al 30 ottobre 2024 – anche se a rialzi massicci tendono spesso a far seguito fasi di ribasso o assestamento. Credo che tutto ciò sia una conseguenza di come il risparmio, sia a livello monetario (cioè di tassi d'interesse) sia fiscale (cioè di tassazione), sia stato dalla crisi economico-finanziaria globale in poi troppo scarsamente remunerato se non addirittura “penalizzato”. È, dunque, fisiologico che esso venga investito in altri asset dalla remunerazione ma anche dalla volatilità più elevata: non è certo un caso che solo pochi giorni fa i tre indici di Wall Street abbiano registrato contemporaneamente un record storico in termini di valori raggiunti».

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