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ACQUAROSSA

«Intanto penso a vivere»

Il cantautore Davide Buzzi dal 2012 ha una rara forma di tumore cronico all'intestino. C’erano poche speranze: «Però sono ancora qui»
Foto Lettore tio.ch
«Intanto penso a vivere»
Il cantautore Davide Buzzi dal 2012 ha una rara forma di tumore cronico all'intestino. C’erano poche speranze: «Però sono ancora qui»

ACQUAROSSA - Non sa esattamente da quanto tempo quella "cosa" fosse dentro di lui. Davide Buzzi lo scoprirà il 22 agosto del 2012. Quel tumore stromale gastrointestinale (GIST) è un tumore raro e cronico dell'intestino. E da tempo è una specie di compagno di vita. «Colpisce una persona su 100'000 circa», dice Davide. Il cantautore e scrittore bleniese racconta il suo percorso a tio.ch. «Soprattutto per trasmettere forza a chi si trova confrontato con una malattia pesante». 

«Metastasi dappertutto» – È come se Davide stesse giocando un'infinita partita a scacchi col suo ospite. E per il momento il 56enne di Acquarossa regge l'urto. «È stata una cosa improvvisa, il giorno prima stavo giocando a calcio con gli amici, poche ore più tardi il malore improvviso e rapido. Sono stato operato d'urgenza all'ospedale San Giovanni di Bellinzona e le speranze di uscirne vivo erano poche. Il GIST è un tumore delle parti molli dello stomaco ed è bastardo. Ti assale ovunque. Io avevo già molte metastasi. Qualcuna ce l’ho ancora, ma stabile. Il GIST sta dormendo, però potrebbe risvegliarsi da un momento all'altro, ne sono consapevole». 

Il farmaco e gli effetti collaterali – A tenere a bada il GIST è un farmaco. «In realtà si tratta di una terapia palliativa che ha la capacità di ingannare il tumore. Quando ho iniziato la cura mi hanno spiegato che funziona solo per un tempo ridotto. A un certo punto il tumore riprende il sopravvento e presenta il conto. Al momento sono passati tredici anni. Nessuno si aspettava tanto. Questo farmaco però mi trasmette anche effetti collaterali pesanti, come dolori muscolari intensi e altri problemi fisici». 

Addio al lavoro – Nel 2014 Davide deve lasciare definitivamente il suo lavoro di agente assicurativo. «È stata dura ammettere di non essere più in grado di lavorare in modo regolare e costante. Ho dovuto accettare il fatto di essere una persona invalida. Non c’erano alternative e non ce ne sono tuttora. Spesso le notti le passo in bianco e allora occupo il mio tempo a scrivere. La sofferenza è una musa generosa per la creatività». 

L'arte come sfogo – Davide è l'esempio vivente di come le apparenze possano ingannare. Alla gente si presenta spesso con un sorriso. Con una parola gentile. Anche con un certo entusiasmo. Poi quando si apre, scopri che è un uomo che vive fianco a fianco con la sofferenza. «L'arte mi ha aiutato a sfogare la mia rabbia. Nei primi anni dopo la diagnosi ero infuriato col mondo. A un certo punto ho iniziato a buttare tutto nei miei testi; il romanzo "Memoriale di un anomalo omicida seriale", un giallo crudissimo pubblicato nel 2020 da Rue de-La-Fontaine Edizioni, è stata una bella valvola di sfogo». 

«Grato alla vita» – E poi c'è la canzone d’autore. Il grande amore di sempre che lo ha portato a pubblicare diversi album e anche il romanzo musicale "L'estate di Achille", edito da Morellini. «Ormai suonare mi riesce difficile, a causa dei continui dolori muscolari. E quindi le mie esibizioni si sono rarefatte. Però continuo a scrivere canzoni e se nella mia vita non ci fosse l'arte, sarei preda della depressione e mi limiterei a starmene sul divano a guardare il vuoto. Devo essere grato alla vita per avermi dato questa passione». 

Il prezzo da pagare – Una volta al mese Davide si reca presso uno dei centri oncologici ticinesi per i regolari controlli e per ricevere la sua terapia. «È difficile, ma si va avanti. Non sono mai stato uno che si piange addosso o che cerca commiserazione, seppure a volte è difficile trattenere le lacrime. Il dolore fisico mi ricorda in ogni momento che il GIST è sempre presente. Stringo i denti e guardo oltre». 

«Nessuno ha la certezza del domani» – Vivere appeso a un filo. Il gioco di equilibrio di Davide sta andando ben oltre le più rosee aspettative. E vista la sua grinta potrebbe proseguire. «La morte non mi fa più paura, la mia perlomeno. Ho avuto il tempo per elaborare la mia condizione e sono ben cosciente che tutto potrebbe cambiare in pochissimo tempo. Ma in fondo la vita è sempre precaria. Nessuno ha la certezza del domani e non esistono nemmeno i destini segnati. Ogni giorno è un dono e vale la pena di essere vissuto».

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COMMENTI
 

GabrieleC 1 sett fa su tio
Ringrazio tio che lascia la possibilità di commentare qui. Un grande esempio per tutti noi la forza e la saggezza di Davide. Tanti auguri e un abbraccio. Gabriele
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