«Ha perso il controllo, non c'è stato un tentativo ragionato di eliminare il 57enne», sostiene la difesa.
LUGANO - «Quello di cui stiamo discutendo in questi giorni non è un caso di tentato assassinio, ma di tentato omicidio intenzionale per dolo eventuale commesso in un eccesso di legittima difesa». È così che l'avvocato Maria Galliani ha aperto la sua arringa difensiva nel processo contro il 51enne che il 4 febbraio 2022 ha preso a mazzate in testa un 57enne suo cliente e amico, ferendolo gravemente.
Per l'imputato è stata proposta una pena tra i quattro e i cinque anni di carcere, più una pena pecuniaria condizionalmente sospesa per la ripetuta appropriazione indebita e la falsità in documenti. La sentenza è attesa per domani alle 16.30.
«Nessuna pianificazione, ha perso il controllo» - «Il tutto è partito da un litigio per soldi, sfociato in una colluttazione durante la quale l'imputato ha perso il controllo», ricostruisce Galliani. «Non c'è stato, dunque, un tentativo ragionato di eliminare senza scrupoli la vittima».
Secondo la difesa, nell'analizzare l'accaduto, «non possiamo fare affidamento sulle dichiarazioni del 57enne, perché lo stesso perito ritiene che sia soggetto ad amnesie e falsi ricordi. Al contempo nemmeno si può fare affidamento sulle dichiarazioni dell'imputato, che è un grande bugiardo, e ha pure dimostrato una certa confusione mentale».
«L'imputato voleva evitare l'incontro» - In una simile situazione l'unica possibilità di ricostruire l'accaduto, per Galliani, è quella di basarsi sui riscontri oggettivi accertati durante l'inchiesta. «La storia inizia dalla bugia dell'imputato, che dice alla vittima di avere i soldi da dargli e gli dà appuntamento all'Eni. I messaggi Whatsapp scambiati in precedenza tra i due dimostrano però che l'uomo aveva spesso fissato questi incontri, per poi accampare scuse, e che con il passare dei mesi lo stato d'animo del 57enne, che chiedeva i suoi 25mila franchi, peggiorava. Si dimostrava sempre più nervoso, stanco delle bugie e dei continui rinvii e chiedeva di essere ripagato in modo sempre più assillante e insistente».
Per la difesa è inoltre importante ricordare che, come in svariate altre occasioni, anche quel 4 febbraio il gerente del distributore di benzina aveva continuato a rinviare l'appuntamento, inizialmente fissato per la mattina, fino al pomeriggio. La vittima, però, lo ha aspettato tutto il giorno all'Eni, fin dalle 6 del mattino, «con crescente nervosismo». Per Galliani il 51enne stava dunque cercando in tutti i modi «di evitare l'incontro» e temeva il peggio.
«La vittima gli aveva detto: "Oggi pomeriggio ti ammazzo"» - Già, perché secondo una testimone il 57enne era passato alle minacce. «L'ex moglie dell'imputato, la cui credibilità non è mai stata messa in dubbio, ha dichiarato di aver visto la vittima al bar dell'Eni in più occasioni durante la giornata, e che poco dopo mezzogiorno l'ha sentito scambiare qualche parola con il 51enne e proferire: "Me lo sento, oggi pomeriggio saranno guai seri e ti ammazzo"».
Aggressione o colluttazione? - La violenza avvenuta nel magazzino del distributore di benzina non sarebbe poi stata un'aggressione unilaterale e messa in atto a tradimento, come sostenuto dalla pubblica accusa. «C'è stata una colluttazione», sostiene Galliani. «Dopo aver saputo che l'amico, ancora una volta, non aveva i soldi, il 57enne si è arrabbiato e ha assunto un atteggiamento aggressivo. La perizia ha stabilito che la scena è stata dinamica, e il testimone che ha chiamato la polizia ha detto di aver visto due persone che si stavano spingendo».
«Mai stato in pericolo di vita» - Si parla poi dei colpi con la mazza. «Scientificamente non è possibile stabilire quanti colpi siano stati sferrati», osserva l'avvocato, «e nulla di oggettivo ci dice che il malcapitato è stato colpito quando era di spalle e quando era sdraiato a terra». Dai rapporti medici «si è inoltre potuto accertare che la vittima non ha mai perso conoscenza ed è sempre stata vigile e che il 57enne non è mai stato in imminente e concreto pericolo di vita».
La difesa ammette comunque che l'uomo ha sferrato diversi colpi, ma ricorda che ha un grave problema di alcolismo e al momento dei fatti aveva un tasso di alcolemia superiore all'1 per mille. La perizia psichiatrica «ha infine accertato che l'uomo fatica a tollerare le situazioni di stress e ha moti pulsionali e aggressivi che era riuscito, fino a quel momento, a reprimere».