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CANTONE«Il licenziamento del professor Caruso è stato un'esecuzione»

29.10.24 - 11:43
Caso Caruso: parlano alcuni studenti ed ex studenti della CPT di Mendrisio. «Era l'unico docente che ci supportava».
Tipress
Il professor Caruso durante la conferenza stampa
Il professor Caruso durante la conferenza stampa
«Il licenziamento del professor Caruso è stato un'esecuzione»
Caso Caruso: parlano alcuni studenti ed ex studenti della CPT di Mendrisio. «Era l'unico docente che ci supportava».

MENDRISIO - «L'assenza del professor Caruso ha lasciato un vuoto estremamente complicato da colmare». A dirlo è Alex B., uno studente del Centro professionale tecnico (CPT) di Mendrisio che oggi, insieme agli ex studenti Luka S. e Luca G., si è espresso in una conferenza stampa, a nome di almeno 150 allievi, in sostegno all'ormai ex docente.

Roberto Caruso, lo ricordiamo, è stato sospeso dal Decs lo scorso giugno, da un giorno all'altro, per poi essere definitivamente licenziato a settembre. Questo, a dispetto dei suoi 35 anni di professione e della sentenza del Tribunale amministrativo cantonale, che aveva annullato l'iniziale sospensione.

La decisione di licenziamento era stata presa perché Caruso avrebbe avuto «atteggiamenti irrispettosi verso i suoi superiori». La vedono però diversamente sia il professore che molti dei suoi studenti, secondo i quali il docente si sarebbe semplicemente battuto contro il clima di tensione e disagio presente nella scuola, fomentato, in particolare, dal direttore e dal vicedirettore.

«La goccia che ha fatto traboccare il vaso» - «Al CPT di Mendrisio i disagi non sono iniziati nel giugno del 2024, ma erano presenti da molto tempo. Il licenziamento di Caruso è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso», spiega Luka S. «Quel licenziamento è stata un'esecuzione», aggiunge Alex B.

Bestemmie e insulti in aula - I tre giovani riferiscono poi di alcune dinamiche presenti all'interno della scuola. «Abbiamo avuto a che fare con il vicedirettore in qualità di insegnante, e quando avevamo un problema non ci ascoltava. Le sue lezioni erano poi poco pertinenti alla materia: per la maggior parte del tempo raccontava la sua storia personale, parlando di calcio e altro. Inoltre utilizzava un linguaggio scurrile, bestemmiava e noi ci sentivamo insultati e minacciati».

I tre citano poi un episodio che ha coinvolto un loro compagno, il quale si trovava in infortunio a causa di una lesione al tendine. «Durante un test ha chiesto al vicedirettore un aiuto per scrivere. La sua risposta è stata "Impara con la sinistra se no ti spezzo l'altro braccio!"». Nel quadro di questo e altri episodi i giovani si sono quindi rivolti a Caruso «per essere difesi».

Va comunque detto che oggi il vicedirettore non ricopre più questo ruolo. «È però ancora attivo professionalmente all'interno della scuola in qualità di docente. E non è cambiato niente, non si sente la differenza», tiene a sottolineare Alex B.

«Atteggiamenti superficiali e irrispettosi» - Il direttore, dal canto suo, interagiva con gli studenti, almeno fino allo scorso giugno, soprattutto in qualità di supplente. «Capitava che dopo pochi minuti ci lasciasse andare a casa dicendo "è inutile che iniziate un nuovo argomento con me, tanto la settimana prossima torna il vostro docente". In altri casi, invece, il direttore non veniva neppure ad aprirci la porta».

Durante le verifiche, inoltre, «il direttore si sedeva in fondo alla classe a giocare con il cellulare, e non provava neppure a nasconderlo. Un comportamento, questo, che abbiamo trovato irrispettoso».

Oltre a ciò, «una volta un docente ha ribaltato un banco addosso a un allievo. Lo abbiamo riferito al direttore, ma non è successo nulla». Sulla stessa lunghezza d'onda, gli studenti riferiscono di avere mandato molte mail al direttore lamentandosi del modo di insegnare di diversi docenti, non ricevendo però mai una risposta.

«L'unico che ci ha dato supporto» - Al contrario, il prof. Caruso avrebbe offerto ai suoi allievi un insegnamento di qualità, ma anche un ascolto. «È stato sempre e comunque l'unico che ci ha dato un supporto, non solo dal punto di vista scolastico, ma anche umano».

E proprio per questo motivo lo scorso 13 settembre la delegazione studentesca ha incontrato la direzione del Decs.

L'incontro con il Decs - «Secondo la consigliera di Stato Marina Carobbio il nostro appoggio al professore è una manipolazione. Abbiamo inoltre sentito una certa freddezza e poco interesse reale verso le nostre preoccupazioni: è stato un incontro più formale che sostanziale».

Il verbale dell'incontro, consegnato agli studenti solo dopo 12 giorni, è poi stato giudicato dai giovani come «incoerente e riduttivo rispetto a quanto discusso»: «Dove noi abbiamo cercato trasparenza abbiamo trovato chiusura: siamo stati sentiti e non ascoltati».

Gli studenti si dicono dunque «addolorati per il trattamento ricevuto dal professore e da noi stessi da parte del Dipartimento», tanto che in loro è nato «un fortissimo sentimento di sfiducia nei confronti del sistema scolastico». Durante l'incontro il Decs non avrebbe peraltro giustificato la decisione di licenziamento. «Non sono entrati nel merito, dicendo che è una procedura aperta», spiegano i giovani.

Nonostante tutto i tre non intendono però mollare, e si dicono pronti a continuare a lottare per il professore che tanto hanno apprezzato. Lo scopo ultimo? Far sì che Caruso venga reintegrato in qualità di docente e che le problematiche esistenti al CPT di Mendrisio vengano sanate.

«Sì, ho paura di eventuali ripercussioni» - Abbiamo infine chiesto ad Alex, che è all'ultimo anno del CPT, se teme ripercussioni per il suo sostegno a Caruso in vista degli esami finali. «La mia famiglia ha paura, e io ho paura. So però che qualcuno deve fare qualcosa: dovrebbe far riflettere che quasi un terzo della scuola si preoccupa per il clima che c'è al suo interno».

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