LODRINOSulla pista il giorno dopo: "La gente entra, anche in auto"

LODRINO - Il giorno dopo l'incidente mortale avvenuto sulla pista dell'aeroporto di Lodrino, nel quale ha perso la vita un motociclista 20enne, la domanda che molti si pongono resta la stessa: "Come è potuto accadere?".

Da un sopralluogo effettuato in mattinata a Lodrino si nota subito la strada che percorre il perimetro dell'aeroporto. A un primo approccio sembra tutto "off limits". Ci sono cartelli che indicano il divieto d'accesso e telecamere che dovrebbero fungere da dissuasori per gli eventuali curiosi.

Eppure il ragazzo, che per ragioni sconosciute ha scelto la pista dell'aeroporto per un giro a bordo della sua Suzuki 600, è riuscito ad accedervi senza problemi. Avvicinandosi alla pista si scopre come questa sia protetta più che altro da pali di legno e fili di ferro. Inoltre c'è un'apertura, anche molto grande, che dà accesso direttamente alla pista.

D'altra parte, non trattandosi di un aeroporto per voli di linea, quello di Lodrino non deve rispettare gli stessi standard di sicurezza. Il divieto di entrata ai veicolo, inoltre, è scritto con la vernice anche sulla pista. Chi vi accede, insomma, è cosciente del fatto che sta commettendo un'infrazione.

E il giovane di 20 anni che ieri ha perso la vita non è l'unico che ha scelto il piccolo aeroporto per testare il suo veicolo. "La gente entra", dicono alcune persone presenti nel vicino bar. "Anche le macchine, soprattutto di sera".

Restano ancora da chiarire le dinamiche dello scontro, nel quale è intervenuto un veicolo di servizio guidato da un 39enne impiegato della ditta di manutenzione aerea dell'aeroporto che era entrato sulla pista per garantire la sicurezza aerea.