La proposta della commissione gestione e finanze ha trovato l'appoggio del Gran Consiglio.
Molto discussi i possibili effetti dell'introduzione della tassa, ma prevale la volontà di rispettare il voto popolare.
BELLINZONA - La tassa di collegamento. Dopo anni di tira e molla, tra votazioni, ricorsi e stand-by, le polemiche intorno alla sua introduzione non sono ancora finite. Il Gran Consiglio ha però oggi stabilito che la sua entrata in vigore non ci sarà prima del 1°gennaio 2025, accogliendo, con 60 favorevoli, 8 contrari e 2 astenuti, la proposta della commissione gestione e finanze. La sua efficacia a livello ambientale dovrà inoltre essere verificata dopo tre anni di applicazione. Respinta invece, con 55 no, 8 sì e 8 astenuti, l'iniziativa UDC che chiedeva un'abrogazione completa della tassa, ritenuta lesiva per i lavoratori e il ceto medio.
La tassa di collegamento, votata favorevolmente dal popolo ticinese nel 2016 ma ancora non entrata in vigore, è un'imposta a cui saranno assoggettati generatori di importanti correnti di traffico, come aziende e centri commerciali, che dispongono di 50 o più posteggi destinati alla clientela o/e al personale. Saranno esenti dalla tassa i posteggi destinati alle abitazioni o agli utenti di strutture pubbliche (come gli ospedali). Lo scopo della tassa, che ha un effetto indiretto sugli utenti (lavoratori e clienti), è quello di ridurre il traffico veicolare e finanziare il potenziamento del trasporto pubblico interno e transfrontaliero. La finalità è dunque soprattutto ambientale.
Il volere del popolo va rispettato, ha spiegato durante il dibattito la relatrice Anna Biscossa, «perciò va auspicata l'introduzione della tassa. Valuteremo durante il periodo di prova se gli effetti voluti ci saranno». Allo stesso tempo Biscossa si è però detta consapevole «che questa tassa non sia sociale, come tutte le tasse». Per avere un effetto deve per forza di cose riverberarsi sugli utenti, ha ammesso, chiedendo però al Consiglio di Stato di aprire un dialogo con i proprietari dei posteggi e domandare da parte loro un alleggerimento della tassa o una sua eliminazione per chi lavora di notte, e dunque non può scegliere il trasporto pubblico, e chi è finanziariamente fragile, come le persone in assistenza.
Alessandra Gianella, per il PLR, si è detta d'accordo, pronunciandosi a sostegno della proposta della commissione gestione e finanze. E, rispetto all'iniziativa che chiedeva l'abrogazione: «Fa un po' strano come l'UDC sottolinei l'importanza del parere popolare in altri casi e non in questo. Qui si fanno due pesi e due misure».
Piccata la risposta di Roberta Soldati, per l'UDC: «Legiferare significa anche modificare e, se necessario, abrogare le norme che non corrispondono più alle necessità del momento. Questa tassa fa parte di queste norme». Soldati ha sottolineato inoltre che «nel caso non dovesse dare risultati positivi, non sarà automatico che la tassa di collegamento sarà restituita». E, ha rimarcato, «chi verrà colpito sarà il lavoratore».
Dal canto suo, Claudia Crivelli Barella (Verdi) ha invece definito «irrisoria» la spesa della tassa di parcheggio in confronto ai costi che i cittadini devono attualmente sostenere in manutenzione delle strade e salute. «Il canton Ticino è il più motorizzato di tutta la Svizzera. E i costi relativi al traffico si elevano, per abitante, a 1'854 franchi all'anno, contro la media svizzera di 1'491».