Il PLR critica l'immobilismo degli ultimi dodici anni e sostiene le proposte della Sottocommissione della giustizia.
BELLINZONA - La delicata situazione in cui versa la giustizia ticinese, che in questi mesi è stata confrontata da diverse situazioni imbarazzanti - punta dell'iceberg è il caso Ermani - è fonte di preoccupazione, non soltanto tra addetti ai lavori e politica, ma anche nella popolazione.
E tra i partiti più critici vi è sicuramente il PLR. «Il terzo potere dello Stato ha la necessità di essere credibile, autorevole e rispettato agli occhi dei cittadini», sottolineano i liberali radicali, precisando che questa credibilità va urgentemente ritrovata con proposte concrete. Ma quali? Secondo il PLR le proposte contenute nella risoluzione elaborata dalla Sottocommissione giustizia «sono condivisibili» e «vanno quindi sostenute».
Poi i liberali radicali puntano il dito contro chi dovrebbe "dirigere" la giustizia. Ovvero contro il Dipartimento delle Istituzioni (DI) di accusato di immobilismo. «Da oltre dodici anni attendiamo concreti segnali per una vera riforma», attacca il partito, precisando che la situazione è «grave» e che è quindi fondamentale che i fatti vengano chiariti in modo rapido, ma il compito di svolgere gli accertamenti necessari va lasciato alle autorità preposte, quindi al Procuratore straordinario appena nominato e al Consiglio della Magistratura.
Il PLR si attende quindi dal DI «decisioni, misure concrete, riforme: in una parola, soluzioni». «Ci opponiamo invece all’idea di istituire l’ennesima Task Force, classico strumento dove si perde gran parte del tempo a individuare i membri e a decidere quali siano le possibili piste di lavoro, senza poi arrivare a risultati tangibili».