Il Movimento mette in dubbio il modus operandi della Città: «Tutto è lasciato in mano agli interessi privati»
LUGANO - Gli ultimi sviluppi riguardanti il Polo sportivo e degli eventi (PSE) non entusiasmano la politica ticinese. A esprimere il proprio disappunto è il Movimento per il socialismo (Mps) che oggi, in conferenza stampa a Lugano, ha presentato un documento e un atto parlamentare relativamente «al mancato rispetto di regolamenti e leggi comunali e cantonali».
Presenti all’incontro, Giuseppe Sergi e Matteo Poretti che hanno subito puntato il dito contro l’aumento del tetto dei costi (al netto di 1,7 milioni di franchi circa) e il sovradimensionamento dell’Arena sportiva. Sotto accusa anche la nuova variante del Palazzetto dello sport, che non prevede più facciate completamente vetrate come il progetto iniziale votato dai cittadini: «Un grave sfregio alla volontà popolare», l'hanno definito.
«Con queste modifiche - ha chiosato Sergi - il Palazzetto dello sport ne esce profondamente snaturato. Di fatto la struttura viene trasformata in un sarcofago», dice. Una modifica radicale, necessaria - stando all’Ufficio cantonale della natura e del paesaggio - per questioni di privacy, legate attività sportive che si svolgeranno al suo interno. Ma anche a imposizioni da parte della polizia, atte a contrastare le problematiche legate al tifo violento.
«Comporterà sicuramente uno stravolgimento a livello finanziario - ha fatto notare Poretti -. Usando più luce artificiale, i costi di gestione aumenteranno significativamente. Nella variante della domanda di costruzione inoltre non viene indicato il materiale in cui queste facciate saranno fatte», ha sottolineato interrogandosi sulla validità di un progetto così redatto. L'MPS punta il dito anche contro il Cantone e al suo «sostegno incondizionato» a fronte al giudizio negativo della Commissione del paesaggio che ritiene la nuova variante «svilente» rispetto al progetto edilizio iniziale.
Sistema democratico in discussione - Dubbi vengono avanzati anche riguardo certe scelte «non completamente trasparenti». «La domanda di modifica della licenza edilizia è già stata inoltrata e pubblicata», ponendo HRS - l’azienda firmataria insieme alla Città di Lugano dell’accordo di partenariato pubblico privato (ppp) siglato nel 2020 - come responsabile di tutto. «Nell'accordo si rinuncia a qualsiasi controllo pubblico», ha fatto quindi notare Sergi.
Gli fa eco Poretti: «C’è un problema evidente di democrazia e politica. A cominciare dalla domanda di variante, richiesta dal FC Lugano, che porta il numero dei posti nel nuovo stadio da 10mila a 8'250. Un cambiamento sostanziale voluto dalla società perché desidera più spazio a fini commerciali: è stato infatti progettato un terzo livello destinato alle aree vip e agli uffici per le associazioni sportive, tenendo all’oscuro gli aventi diritto al voto luganesi. Insomma - incalza - un privato si permette di imporre dei cambiamenti a un’opera pubblica per il proprio tornaconto».
Palazzetto non a norma - Non viene risparmiato nulla, nemmeno le norme antincendio. Secondo l’MPS nella nuova variante, sono riportate file di 40 posti a sedere nelle tribune longitudinali, quando il limite fissato è di 32.
Modifiche che sviliscono il progetto iniziale - «Siamo d’accordo per affinamenti e rifiniture in corso d’opera se migliorano il progetto, non se lo sviliscono», hanno concluso i due rappresentanti dell'MPS. Per entrambi, «l'aumento dei costi complessivi del progetto ha spinto a modificarlo con l’intento di risparmiare». Il timore è che non sia finita qui: «Solo a lavori conclusi potremo vedere il risultato. E, per allora, chissà i costi fino a dove arriveranno».