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Cantone«Governo, non espellere i bambini onduregni»

15.01.25 - 19:15
Deputati di vari partiti in una interrogazione lanciano un appello al Consiglio di Stato chiedendo un passo indietro
Lettore Tio
Fonte Interrogazione
«Governo, non espellere i bambini onduregni»
Deputati di vari partiti in una interrogazione lanciano un appello al Consiglio di Stato chiedendo un passo indietro

BELLINZONA - Il caso dei bambini onduregni, che devono lasciare il nostro Paese per rientrare in Honduras, e di cui avevamo riferito per primi, mobilita la politica. Diversi deputati di vari partiti infatti attraverso una interrogazione al Governo chiedendo di fare un passo indietro, lasciando rimanere i tre giovanissimi con i parenti che da diversi anni, in Ticino, si stanno occupando di loro.

Sara Beretta Piccoli, Massimo Mobiglia, Maria Pia Ambrosetti, Fabrizio Sirica, Giovanni Berardi, Cristina Zanini Barzaghi, Simona Buri, Paolo Ortelli, Giulia Petralli, Roberta Passardi, Roberto Ostinelli, Matteo Buzzi, Nara Valsangiacomo rivolgono una serie di domande al Consiglio di Stato, chiedendosi come può rispedire in patria dei ragazzini che hanno passato la maggior parte della loro vita nel nostro Cantone per farli tornare in un paese dove non sarebbero al sicuro, né a livello familiare né politico.

Riassumendo la vicenda e sottolineando come i familiari dei piccoli al momento non hanno possibilità di ottenere un permesso in Svizzera e, in attesa che la situazione si sblocchi, vivono in Italia: tornare in patria, da dove mancano da otto anni, vorrebbe dire per i piccoli essere lontani da tutti gli affetti.

«I nipoti del nonno non conoscono altra realtà diversa da quella Ticinese; sono anche ben integrati e non gravano economicamente sulle casse cantonali, occupandosi il nonno di procedere al loro sostentamento e alla loro crescita, dal loro arrivo in Ticino fino ad oggi» scrivono, specificando come in Honduras si troverebbero senza genitori e familiari, dato che non hanno rapporti con le mamme. Anche le condizioni dal punto di vista del rispetto dei diritti umani nel paese sudamericano non sono certo incoraggianti.

«Come può espellere dei bambini che hanno passato oltre l’80% della loro vita in Ticino, che hanno frequentato tutte le scuole qui?», domandano i politici, chiedendo una serie di conferme riguardanti la situazione nel paese d'origine e rispetto ai rapporti stilati da ARP e servizio Medico psicologico.

Per quanto concerne gli errori burocratici che da oltre cinque anni tengono sospesa la concessione della nazionalità svizzera ai padri dei bimbi, i deputati vogliono sapere se il Governo «non pensa che forse a volte anche un funzionario possa umanamente incappare in qualche errore burocratico?».

«Non ritiene sia opportuno fare un passo indietro e accogliere finalmente i familiari del Sig. Mossi che si è occupato di loro in tutti questi anni senza gravami per lo stato?», terminano, con un appello a non stravolgere la quotidianità di questi tre bambini.

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