L'aggressività dei giovanissimi ha origini emotive da comprendere
Imporsi per affermare di esistere è, purtroppo, un comportamento abbastanza diffuso tra gli adolescenti. Al di là dell'essere, di per sé, un brutta manifestazione, è un atteggiamento che nasconde un profondo disagio vissuto da parte di chi lo pone in essere. L'aggressività e, spesso, la rabbia fanno parte del modo in cui gli adolescenti manifestano il proprio contrasto con gli adulti, prevalentemente i genitori, che mettono in discussione, ribellandosi alle regole degli ambienti in cui vivono, dalla casa alla scuola, in una sorta di scontro con tutto ciò che rappresenta l'autorità. Gestire le emozioni non è facile neanche per i giovanissimi che devono, per questo, essere aiutati a riconoscere e comprendere quello che provano, per imparare a gestire ogni sentimento soprattutto rispettando gli altri.
Cosa fare per aiutarli concretamente? Partendo dal presupposto che i limiti posti dai genitori e dagli educatori in genere sono necessari ed inevitabili, si deve contemplare la possibilità che provochino qualche ribellione, cosa fare per risolvere i contrasti? Evitare i confronti impulsivi ed aspettare che tutti si siano calmati prima di affrontare un dialogo sereno durante il quale ascoltare attentamente i ragazzi e sforzarsi di comprendere i motivi indicati alla base del loro comportamento, senza condannarlo in partenza.
Ricordare sempre che il comportamento astioso dei propri figli adolescenti non è necessariamente un attacco personale e che il loro bisogno di non sentirsi oppressi deve essere rispettato al fine di non farli chiudere ancor più. Le regole sono importanti per l'educazione, segnano dei confini necessari, ma devono essere poche, essenziali e rispettate. Vietati i «no» detti d'impeto e via libera alla chiarezza ed alla coerenza negli esempi da offrire loro, così come alla disponibilità a parlare serenamente con loro. Non sarà facile, ma durante l'adolescenza, si sa, nulla è troppo facile!
TMT (ti.mamme team)