Pro e contro di un lieto evento effettuato con il caldo, anche se alla fine è tutta questione di organizzazione
Fare qualcosa di particolarmente impegnativo e importante in piena estate può risultare poco allettante. Troppo caldo per i grandi impegni, figuriamoci per partorire. Eppure il parto estivo c’è: perché capitato o perché proprio cercato. Come ogni cosa, però il lieto evento sotto il solleone ha i suoi pro ed i suoi contro. Proviamo a scoprirli. Gambe pesanti e piedi gonfi non sono l’ideale nelle giornate afose e se il parto è ormai prossimo impedisce anche le vacanze costringendo la futura mamma a rinunciare alle brezze marine e a rimaner al caldo asfissiante delle città con una cappa di umidità che fa boccheggiare.
Sì, d’accordo: ne vale la pena e la nascita ripagherà di ogni sacrificio, però dormire con il caldo e il pancione è davvero una tortura! E poi bisogna tutelare la pelle dalle macchie e proteggersi dagli sbalzi di temperatura. Se il pargolo nasce in estate, inoltre, bisognerà occuparsi di lui con il caldo che affossa e l’umidità che rende tutto più difficile, ed ogni passeggiata con il pupo potrebbe rivelarsi un tormento vero e proprio. Naturalmente non è tutto negativo e partorire in estate potrebbe avere anche i suoi vantaggi. Nella bella stagione si risparmia perché servono meno abiti premaman e meno indumenti per il neonato, visto che tutti i capi più caldi non servono e sono quelli che costano di più.
L’estate è anche periodo di ferie che i papà possono sfruttare per rimanere in famiglia e aiutare. Per essere certe di affrontare correttamente il parto estivo bisogna tenere a mente alcuni aspetti. Durante la degenza ospedaliera è necessario attrezzarsi contro il caldo di quegli ambienti, preferendo per esempio pigiami comodi e leggeri. Importante è anche armarsi di santa pazienza e, soprattutto all’inizio dell’allattamento, essere comprensive con il bebè che potrebbe essere già infastidito per l’eccessivo caldo che ha trovato ad aspettarlo.
TMT (ti.mamme team)