La diversità può essere un valore aggiunto e i più piccoli lo sanno
I bambini nascono equi e inclini alla giustizia, almeno nella maggior parte dei casi, e quindi non è necessario insegnar loro la tolleranza. Senza esempi differenti, i piccoli sanno ce offendere e ferire gli altri è sbagliato ed è su questi principi innati che bisognerebbe incentrare la loro educazione. Anche se gli insegnamenti possono non essere necessari, parlare di tolleranza è comunque utile anche nei bambini più piccoli che potranno avere delle domande sulle differenze razziali o culturali dei loro amichetti. Le risposte dovranno essere sempre puntuali e dovranno precisare che notare le differenze è giusto e parlarne è utile. Imparare a cogliere ed apprezzare ogni tipo di differenza diventa una qualità: i bambini dovrebbero imparare a trattare tutti con comprensione e gentilezza, cogliendo e apprezzando differenze culturali, razziali, di genere, senza spaventarsi delle disabilità.
Fondamentale è rendersi conto dell’esempio che si fornisce ai figli, esaminando i propri atteggiamenti per assicurarsi di non trasmettere messaggi fuorvianti. Come insegnare la diversità ai bambini? Sottolineare le similitudini senza far notare le differenze che, comunque, devono essere riconosciute come caratteristiche al pari dell’essere biondi o mori. Far assaggiare a i propri figli cibi di altri Paesi abituandoli a non essere prevenuti nei confronti di ciò che non fa parte della propria cultura ed aiutarli a scoprirne altre anche attraverso qualche visita ai musei. Anche la scelta dei programmi per i bambini devono essere specchio della realtà con la giusta attenzione ed inclusione di ogni eventuale differenza e assicurarsi che gli stereotipi non suonino come offese o discriminazioni, ma assumano una valenza positiva: i bambini alti giocano meglio a pallavolo e le bambine adorano le principesse, sono stereotipi ma non hanno connotazioni negative!
TMT (ti.mamme team)