La brutta abitudine di soffocare gli ospiti con immagini e video del bebè
Chi l’ha detto che lo sharenting è una pratica legata solo al web? È vero, il termine, nato dalla fusione delle parole share e parenting (condividere e genitorialità), è utilizzato per indicare la pericolosa abitudine di molti genitori di condividere le foto e i video dei propri figli in rete. I social straripano di immagini e riprese divertenti, buffe e colme d’amore nelle quali i piccoli sono protagonisti indiscussi con i loro volti paffuti e le loro prodezze, ma la verità è che anche la quotidianità lontano dai social si rimpinza della stessa abitudine. Di genitori – e soprattutto mamme, ammettiamolo! – ossessionati dalle piccole e grandi imprese dei propri figli è pieno il mondo ed ogni occasione è buona per mostrare alcune foto del loro tesoro alle prese con la pappa ed il bagnetto. La questione, però, diventa spinosa quando le foto da alcune diventano intere gallerie divise per momenti salienti, fasce d’età o di orario!
Amici e parenti in visita, che si vedranno propinare immagini e video in una specie di loop stupefacente, svilupperanno una forma di repulsione malcelata a quello che nasce come un diletto e poi si trasforma in un supplizio. Perché i bambini sono belli, ma lo sono indubbiamente di più agli occhi di mamma e papà! E non ci saranno sentimenti di amicizia o parentela talmente forti da far superare immagini senza soluzione di continuità, capaci di provocare una nausea simile a quella da mal d’auto. Una volta l’incubo era quello di dover assistere alla proiezione dei filmini delle vacanze dei quali, diciamoci la verità, non interessava molto a nessuno. Eppure i protagonisti di quei viaggi erano felici all’idea di mostrare – e nel frattempo rivivere – le fasi di quella vacanza, mentre i malcapitati ospiti di turno giacevano sul divano con un sorriso ebete stampato in volto e la mente in fuga dietro unicorni velocissimi. L’evoluzione digitale, però, ha reso tutti provetti reporter e fotografi e la fotocamera di un cellulare sempre a portata di mano gioca un ruolo fondamentale nella possibilità di riprendere lo sbadiglio, la risata e persino la pipì in diretta del baby divo di casa. Con buona pace della nonna, della zia della vicina di casa e persino della fruttivendola che si vedranno propinare quotidianamente gli ultimi scatti del pargolo.
Per i genitori ogni foto è bellissima ed unica ed il proprio orgoglio genitoriale passa anche attraverso quelle immagini, ma è bene che la maggior parte di esse rimanga un bene privato, per non tediare chiunque capiti a tiro. La partecipazione e l’entusiasmo iniziali di chi guarda foto e video si trasformeranno in un incubo dal quale scappare, privando di piacere ed interesse ogni conversazione, incontro o riunione familiare. Il centro del mondo di una coppia di neogenitori non può diventare quello del genere umano e dosare la condivisione, magari aspettando che sia richiesta, diventa una buona norma sociale. Attenzione però a non cadere nel solito errore: se viene richiesta qualche foto del pupo non significa sentirsi autorizzati a dare il via ad una piena di immagini capaci di affogare il parente più ben disposto o l’amica più interessata! PS: e ricordate che come nel caso di sharenting, i figli potranno sempre accusarvi di aver violato la loro privacy mostrando le loro foto in giro.
TMT (ti.mamme team)