Autismo e disabilità intellettive si affrontano anche nelle stanze sensoriali
Esplorare e rilassare: dalla fusione di questi due verbi, in olandese snuffelen e doezelen, nasce la parola snoezelen utilizzata per indicare una terapia destinata a persone afflitte da disabilità dello sviluppo, lesioni cerebrali, demenza ed autismo. Il trattamento è nato in Olanda negli anni Settanta e si basa sull’utilizzo di un ambiente ricreato per favorire la stimolazione di tutti i sensi e promuovere il benessere e la calma dei pazienti. Le stimolazioni avvengono con l’utilizzo di suoni, luci, colori, manipolazioni e sapori e sono finalizzare a produrre condizioni favorevoli all’incremento delle percezioni. In questi contesti, i pazienti con disabilità ricevono gli stimoli necessari che li invogliano ad entrare in contatto con il mondo che li circonda attraverso un solo senso del quale riescono a prendere pienamente coscienza ricavandone il benessere possibile.
Nel 1978, il metodo Snoezelen per i bambini veniva applicato attraverso l’utilizzo della tenda sensoriale nella quale si trovava un angolo morbido con fieno e cuscini, proiezioni fatte sul soffitto; ventilatore azionato su palloni e ritagli di carta; altoparlanti e strumenti musicali; saponi ed erbe per gli odori; alimenti dolci, salti ed amari; vasche piene di ghiaia e sabbia. Da quella prima realizzazione si è passati alla stanza multisensoriale contemporanea resa particolarmente indicata per i bambini con disabilità intellettive ed autismo. Nell’ambiente arricchito da colori, suoni, luci e profumi ci sono fibre ottiche e pannelli interattivi, superfici tattili e multicolore, letti vibranti e tubo a bolle. Il suo impiego è frequente nei centri di riabilitazione e negli ospedali ed in questo ambiente ludico espressamente ricreato, i bambini autistici recuperano fiducia nelle proprie capacità oltre ad una grande sensazione di benessere interiore che li spinge a non isolarsi e consentendo il miglioramento delle loro relazioni interpersonali.
TMT (ti.mamme team)