Pratico e sicuro può evitare le morti in culla ed è una valida alternativa alle coperte.
Cosa non deve mancare nel corredo di un neonato? Ci si pone spesso questa domanda, soprattutto osservando tutti gli oggetti disponibili destinati alla cura del bebè e, tra il dubbio di non avere qualcosa di veramente utile e quello di aver perso l’oggetto di tendenza, si naviga a vista nel mare delle baby collection. Nel necessaire di un neonato, tra gli oggetti validi, si trova sempre più spesso il sacco nanna, simile ad una tutina ampia e chiusa sul fondo nella quale si infila il piccolo. Ma è davvero utile? Senza dubbio alcune sue caratteristiche lo rendono particolarmente interessante. Le spalline presenti, per esempio, impediscono che il bebè scivoli all’interno del sacco e gli consentono di muoversi, senza rischiare di rimanere scoperto. E questo rende il sacco nanna un’alternativa pratica a coperta e lenzuola che possono anche appallottolarsi o coprire il viso del piccolo. Inoltre, sebbene non ci sia una verità scientifica a dimostrarlo, il sacco nanna può aiutare a prevenire la sindrome della morte in culla (Sids).
Infatti questo oggetto, carino alla vista come tutto ciò che è destinato ai neonati, proprio grazie alla presenza delle bretelle, impedisce che il bebè scivoli con la testa sotto il tessuto rischiando il soffocamento. A questo si aggiunge che il sacco evita il surriscaldamento corporeo che è un altro fattore di rischio Sids. Inoltre, grazie al sacco nanna si può regalare al bambino una percezione di contenimento e avvolgimento simile a quella conosciuta nel pancione della mamma durante la gravidanza. Una sensazione utile soprattutto per i piccoli nati prematuramente che, in quello spazio ristretto e confortevole, ritrovano dei confini precisi oltre al contatto con le pareti in tessuto e, grazie a questo, hanno l’impressione di essere ancora nell’ambiente protetto dell’utero materno. I benefici di questa condizione, hanno reso il sacco nanna un presidio utilizzato in alcuni reparti di terapia intensiva neonatale, con modelli adatti a creaturine che si muovono ancora poco.
Sino a sei mesi di vita, l’utilità del sacco nanna è più marcata in termini di sicurezza e contenimento, ma può essere utilizzato sino a due anni e mezzo, in base alle preferenze della mamma, ma soprattutto del piccolo. Il sacco nanna, infatti, può entrare a far parte dei rituali della nanna insieme alle favole da leggere con a mamma e papà. Lo spessore del sacco nanna andrà selezionato a seconda del clima, scegliendo tra quelli imbottiti per l’inverno e quelli in cotone per la stagione più mite. Ad aiutare la preferenza ci sono le indicazioni delle case produttrici espresse in Tong, ovvero la resistenza termica del tessuto, che va da 0,5 dei più leggeri a 2,5 dei più pesanti, ma si può arrivare anche a 3, un livello più indicato per i climi particolarmente rigidi. In estate, con temperature superiori ai 28 gradi, è preferibile lasciare i pargoli scoperti, mentre durante l’utilizzo del sacco nanna potranno indossare body o tutine solitamente usati sotto copertina e lenzuola per evitare di farli sudare.
TMT (ti.mamme team)