Come scorgere il vero disagio per aiutare i piccoli a conquistare autostima
I bambini possono essere divisi tra quelli che smettono subito di fare i capricci rassegnandosi a non vedere esaudite le proprie richieste e quelli che, invece, continuano imperterriti senza desistere. Sono piccoli troppo arrendevoli i primi o assillanti gli altri? Solitamente il modo di comportarsi dei pargoli si sviluppa in base alle razioni che ottiene alle proprie richieste, quindi confrontandosi con la volontà espressa dagli altri nei suoi confronti, decidendo spontaneamente se ostinarsi o arrendersi. Quelli che rinunciano sono indubbiamente i più facili da gestire definiti «bravi e buoni» perché non creano problemi ai genitori ed a chi si prende cura di loro.
Questo comportamento arrendevole, però, può destare qualche perplessità nei genitori nel momento in cui il bambino comincia a confrontarsi con i suoi coetanei: sarà in grado di farsi rispettare? I bambini più tranquilli non reagiscono ai dispetti o alle prepotenze, non accusano i compagni dispettosi e non si difendono: è comprensibile l’apprensione dei genitori immaginandoli da soli. Come è bene che mamma e papà gestiscano il carattere remissivo dei propri figli? Il piccolo non saprà spiegare il motivo del suo comportamento quindi è inutile chiederglielo, così come è inopportuno difenderlo davanti agli altri bambini o suggerirgli come comportarsi. L’atteggiamento misurato e accondiscendente del piccolo è una sua caratteristica che si sviluppa in base alle esperienze che vive ed alle situazioni in cui si trova. Evitare tensioni potrebbe essere il comportamento assunto dai bambini nel momento in cui si trovano in un nuovo contesto scolastico, per esempio, ma è facile che l’arrendevolezza finalizzata ad evitare conflitti, possa essere considerata terreno fertile per fenomeni di bullismo o un comportamento poco virile, agli occhi dei genitori.
Ancora una volta l’osservazione affettuosa ed attenta è il modo migliore per capire il loro atteggiamento ed aiutarli a valicare i problemi che potrebbe generare. I segnali da monitorare sono l’ostinazione dei bambini ad evitare alcune situazioni, la loro perenne tristezza ed i problemi di sonno, per esempio, e di essi si potrà parlare con i suoi adulti di riferimento a scuola o in palestra, per individuare il modo per aiutarli ad esternare difficoltà e disagi. I piccoli dovranno essere coinvolti nel percorso di miglioramento del loro modo di comportarsi e, quindi, nello sviluppo della capacità di relazione, utili a migliorare autostima e fiducia in se stessi. Un corretto approccio alla gestione della remissività consentirà ad ogni genitore di aiutare il proprio figlio a crescere serenamente evitando di trovarsi esposto ad ingiustizie, anche da adulto.