Come evitare i contrasti violenti insegnando ai bambini a esternare le loro emozioni.
La famiglia felice che non conosce conflitti, urla e pianti non esiste, bisogna ammetterlo con franchezza. E spesso basta un bisticcio tra i piccoli di casa per scatenare il putiferio. Un biscotto, un fumetto, un gioco, il posto in macchina o la precedenza a usare il bagno sono solo alcune delle numerose cause scatenanti dei contrasti tra fratelli, che cominciano a urlarsi contro, per poi spingersi e strattonarsi, arrivando anche a picchiarsi. In questo trambusto esagerato la tentazione di ogni genitore è quella d'interrompere i contrasti alzando la voce per richiamare tutti all’ordine. Ma talvolta le minacce non bastano, ed entra in scena il drastico provvedimento della punizione che sul momento sembra funzionare, ma non ha alcun valore educativo e può causare l’inasprimento dell’attrito già esistente. E allora qual è l’atteggiamento giusto? Le regole chiare e solide sono il primo passo per aiutare i bambini a imparare quali siano i confini da non superare per evitare tutte le conseguenze negative dei loro gesti.
Niente urla e niente comportamenti che potrebbero essere causa di danni in casa, e vietate le offese e la violenza. Bisogna indicare con chiarezza e fermezza i limiti da rispettare e i genitori dovranno dare il buon esempio nell’onorarli. Il comportamento corretto andrà premiato, una sorta di rinforzo positivo che invoglierà i bambini ad aiutarsi e collaborare, fieri di ottenere l’approvazione di mamma e papà. Anche il litigio, però, potrà essere utilizzato per trasformare un alterco in un confronto costruttivo. Con pazienza, bisognerà invitare un figlio ad ascoltare il fratello o la sorella mentre parla, invece di urlare, spingendo entrambi a capire l’importanza e il vantaggio di esprimere le proprie motivazioni e riuscire a trovare un punto d’accordo capace di soddisfare tutti. Il ruolo del genitore dovrà sempre essere distaccato, evitando di schierarsi con uno dei due contendenti, magari incolpando sempre il più grande che, in quanto tale, dovrebbe avere la maturità per non far degenerare le situazioni. La parola d’ordine per gli adulti sarà mediazione e non arbitraggio.
Così facendo i contendenti avranno la possibilità di esprimere le proprie emozioni invece di vederle zittite, sino a diventare alimento per la gelosia e la rabbia. E soprattutto per gli sarà assolutamente vietato punire i bambini che litigano picchiandosi con sculacciate o metodi simili. Dalla violenza scaturisce altra violenza. Se i bambini vi vedranno utilizzare la violenza come soluzione a un conflitto, prenderanno il vostro esempio, creando un effetto del tutto controproducente. Gli adulti devono sempre intervenire se i bimbi arrivano alle mani, cercando di tranquillizzarli e fermarli. Dopo che si sono calmati, l'adulto dovrà invitarli a ragionare sul loro comportamento, individuando insieme a loro i punti deboli e quelli di forza, sino a far capire al bambino che agendo diversamente avrebbe ottenuto con maggior facilità ciò che voleva. Non è facile, ma essere d'esempio, è necessario per aiutare i piccoli a capire come sia meglio comportarsi.