Il fenomeno è diffuso e può essere prevenuto con le giuste abitudini
Mal di pancia, dolori provocati dai movimenti intestinali, sforzo nell’atto della defecazione e tracce di feci sulle mutandine sono alcuni dei segnali più evidenti di un problema di stipsi nei bambini, un problema abbastanza frequente. Si può parlare di stitichezza in presenza di due evacuazioni settimanali per minimo un mese per i piccoli con meno di 4 anni e due mesi nei più grandicelli. A causare il problema è un rallentato passaggio delle feci nell’intestino, determinato dalle conseguenze di spannolinamento affrettato, cambiamento di alimentazione, scarso apporto di liquidi e fibre alimentari. A questo si aggiungono sedentarietà, viaggi ed allergie alimentari, oltre a familiarità alla stipsi e cattiva abitudine a trattenere le feci.
Prevenire questa situazione è fondamentale a cominciare dall’incoraggiamento costante e positivo ad andare in bagno, senza dimenticare una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdura per un alto apporto di fibre con l’attenzione ad assumere molti liquidi naturali e non zuccherati: acqua su tutti. Il movimento è fondamentale ed è necessario spronare i bambini a fare esercizio prediligendo camminate all’uso della macchina a cominciare dall’accompagnamento a scuola. E quando il piccolo risulta troppo impegnato nelle sue attività, invitarlo ad interromperle per andare in bagno evitando così di trattenere le feci. Se nonostante le precauzioni la stipsi si presenta ugualmente bisogna ricorrere a rimedi efficaci e al contempo delicati. I primi tentativi vengono compiuti ricorrendo ai classici rimedi della nonna che suggeriscono di assumere frutta ricca di fibre come prugne, pere e kiwi da utilizzare anche nella preparazione di decotti.
Via libera a verdura cotta condita con abbondante olio di oliva, alle tisane ed a due bicchieri d’acqua a temperatura ambiente da bere appena svegli. Se il problema persiste, è possibile ricorrere ai prodotti farmaceutici, meglio con indicazioni del medico. Sono d’aiuto i cosiddetti rammollitori fecali che ammorbidiscono le feci favorendone il transito; i clisteri che risultano particolarmente indicati in caso di accumuli voluminosi e particolarmente duri. Con i bambini più grandi è possibile ricorrere al biofeedback, una tecnica utile alla riabilitazione del pavimento pelvico grazie alla quale viene recuperata la capacità di rilassare e contrarre lo sfintere anale: una pratica utile per contrastare la stipsi. Quando la stitichezza diventa un problema cronico risulta accompagnata da sintomi che richiedono il tempestivo intervento del medico. Il perdurare del problema per oltre 15 giorni, febbre, vomito, inappetenza, dolori addominali e perdita di peso sono segnali da non sottovalutare assolutamente.