Le caratteristiche dell’apprendimento delle lingue straniere da parte dei bambini
L’ascolto di più lingue non genera confusione, non causa difficoltà linguistiche e non condiziona lo sviluppo cognitivo: sono queste le certezze riguardanti il bilinguismo infantile. I dubbi sorgono spesso al cospetto di situazioni relative ai figli di genitori di diverse lingue madri che le parlano simultaneamente esponendo i piccoli di casa all’apprendimento di idiomi differenti. Evidenziando che il bilinguismo è un processo spontaneo per i bambini da zero a tre anni esposti a lingue diverse, grazie alla congenita capacità di imparare le lingue, è proprio sin dai loro primi mesi di vita che i pargoli possono essere esposti al bilinguismo genitoriale. Via libera, quindi, ai dialoghi in lingua madre tra mamma e papà che parlano idiomi diversi da quello del luogo in cui vivono perché le conseguenze per i piccoli saranno positive. Inizialmente potrebbero esserci contaminazioni frequenti con frasi miste, composte da parole appartenenti a tutte le lingue apprese, ma questa non è una manifestazione di confusione o di pericoli espressivi futuri: al contrario è sinonimo del consolidamento della capacità linguistica.
Il timore di generare confusione o difficoltà nell’espressività dei bambini e l’attenzione a evitare, da parte dei genitori, di esprimersi nelle proprie lingue madri in loro presenza, devono essere messi da parte perché i piccoli beneficiano di una naturale predisposizione all’apprendimento della grammatica. Cosa che non avviene in età adulta per la perdita della cosiddetta simultaneità dell’assorbimento linguistico che viene sostituita dalla possibilità di imparare prima una lingua e poi un’altra. Il bilinguismo è sostenuto da alcuni importanti vantaggi a cominciare dalla spontaneità dell’apprendimento della seconda lingua alla quale si abbina un ottimo allenamento del cervello impegnato in questa acquisizione. Con il bilinguismo, inoltre, si innesca un processo molto utile al miglioramento delle capacità attentive dei bambini.
A detta degli esperti, infatti, la capacità dei piccoli di riconoscere le differenze sonore li aiuta a essere particolarmente attenti al contesto linguistico di riferimento e questo porterebbe anche a un accrescimento della loro intelligenza emotiva. Questo significa, in pratica, che il bilinguismo innesca un circolo virtuoso anche sul piano sociale ed emotivo visto che imparare più lingue può diventare sinonimo di una migliore capacità di valutazione delle situazioni, mostrando maggiore empatia da grandi. Lasciare che i pargoli sin dalle prime settimane di vita siano esposti al bilinguismo, grazie a genitori che parlano differenti lingue madri, è evidentemente una situazione ottimale per un eccellente sviluppo delle loro competenze linguistiche, tanto che in assenza di genitori bilingui è utile ricorrere all’apprendimento di lingue straniere tramite specifici corsi.