Come gestire i cambiamenti della famiglia quando la coppia si sfascia
Può finire. Quello che si considerava un amore eterno, un legame indissolubile, una unione perfetta non c’è più. Lo sappiamo che può accadere, nessuno se lo augura e nemmeno se lo aspetta, ma siccome succede è preferibile non farsi investire dalle conseguenze perché, nonostante possa sembrare il contrario, la vita continua. Il divorzio, la fine del proprio matrimonio, è paragonabile a un lutto e come tale deve essere affrontato per diventare un punto di partenza e non un arresto invalidante. Soprattutto se in famiglia ci sono dei figli che, a qualsiasi età, hanno diritto e bisogno di capire e rendersi conto di quello che accade, condividendo con mamma e papà emozioni e considerazioni. Dire che si smette di essere coppia, ma non di essere genitori è quasi inevitabile ed è per questo che bisogna impegnarsi presto e bene a ricalibrare la propria esistenza in modo da non venir meno alle normali aspettative della propria progenie. Le scene da film con mamma che piange sul letto mentre il piccolo di casa sfaccenda tra compiti scolastici e le paturnie della sorella adolescente non possono essere credibili e la rabbia, lo sconforto, la sofferenza dell’adulto rimasto spaiato non devono diventare un muro invalicabile.
E questa è la teoria. Ma la pratica è davvero così scontata? Sfortunatamente no, perché anche se i coniugi decidono consensualmente, civilmente e responsabilmente di annullare la propria unione, il magone al profumo di fallimento con germogli di smarrimento è inevitabile. Un divorzio è, praticamente, lo sfratto dalla propria comfort zone: dopo carte bollate e sentenza definitiva sparisce la coppia e, quindi, diritti e doveri condivisi, per lasciar spazio alla singletudine che accentra tutti gli obblighi sull’individuo rimasto solo. Ed è così che stanchezza e frustrazione offuscano la mente scatenando una serie di ansie riguardanti il futuro, miste a senso di colpa per chi decide di lasciare e inadeguatezza per chi è lasciato. Lavorare su se stessi non è facile, ma è necessario anche per i propri figli e si può tranquillamente richiedere il sostegno anche di un professionista per elaborare le fasi del distacco, proprio come si fa per un lutto. Rimpianto per la perdita, rabbia per il danno subito, tristezza per la solitudine in cui si piomba: sono queste le emozioni più marcate che bisogna accogliere, riconoscendole inevitabili per capacitarsi degli avvenimenti e rassegnarsi ad essi.
La presenza di figli rende la situazione più complicata, perché nessuno vorrebbe genitori separati e al cospetto di una famiglia che si sfascia la soluzione migliore sembra il silenzio in cui rintanarsi cercando di evitare le scorie che i contrasti possono generare. Proprio questa chiusura deve essere evitata, qualunque sia l’età della prole. Il dialogo deve rimanere anche in questo caso la principale ancora di salvezza per tutti. I bambini, ma anche gli adolescenti, hanno bisogno di capire quello che accade per convincersi che non verranno mai privati dell’amore di uno dei genitori, anche se mamma e papà vivranno in case diverse. Qualsiasi commento negativo di un genitore rispetto all’ex coniuge deve essere evitato, soprattutto in presenza dei figli per evitare loro anche la sofferenza delle offese nei confronti di qualcuno che ama. Allo stesso modo bisognerà evitare di scaricare tutte le colpe della situazione sull’ex, anche se sono davvero sue: nessun figlio può essere consolato dall’addebitamento di colpe ad uno dei genitori.
Meglio raccontare loro la verità in modo chiaro e comprensibile, ma soprattutto adeguato alla loro età, precisando che l’amore di mamma e papà per i propri figli rimarrà immutato. La comunicazione della separazione dovrebbe essere fatta insieme da entrambi i genitori, lasciando un margine di tempo tra la notizia ed il momento dell’allontanamento da casa ed evitando la coincidenza con qualsiasi altro cambiamento importante. I figli soffriranno per il divorzio dei genitori, ovviamente, ma il loro dolore deve essere rispettato e non sminuito, accettandone anche i momenti di rabbia e di frustrazione e garantendo sempre la disponibilità per un chiarimento o uno sfogo. Un divorzio non è mai bello, ma se ne può uscire serenamente senza diventarne vittime. E questa certezza deve valere per gli ex coniugi e per i loro figli che dovranno poter apprezzare anche gli sforzi dei genitori di stabilire un rapporto maturo dopo la separazione per continuare a seguire, anche insieme, il bene delle proprie creature.