Eliminare le perdite di urina è necessario ed è possibile anche con la fisioterapia
L’incontinenza urinaria post partum è un fenomeno facilmente riscontrabile al quale, però, non viene riconosciuta la necessaria importanza. L’inconveniente, infatti, tende ad essere sottovalutato nella convinzione che rappresenti una situazione normale, destinata a rientrare. Questo induce le neomamme – soprattutto se primipare - a non consultare il medico di riferimento o uno specialista, commettendo, così, l’errore di non correggere una situazione che in realtà è patologica e, pur non rappresentando un rischio per la salute, compromette la qualità della loro vita. Ovviamente sono necessarie delle specifiche per comprendere se davvero la situazione rappresenti una patologia o si tratti solo di qualche episodio isolato di incontinenza urinaria che può manifestarsi anche in soggetti sani. Sarà possibile diagnosticare un problema di incontinenza urinaria alla luce di alcuni sintomi tipici, vediamo quali sono. Sono tipiche del problema le perdite di urina regolari, anche abbondanti e impossibili da controllare, che si verificano anche di notte e nonostante lo svuotamento della vescica.
Gli episodi di incontinenza sono improvvisi e frequenti e si palesano in situazioni particolari come le attività sportive, i rapporti sessuali ed in situazioni di stress. Le caratteristiche delle perdite consentono di individuare il tipo di incontinenza in atto, distinguendola in urgente, con incapacità a contenere l’urina, con il bisogno improvviso e pressante di urinare; da stress, che si verifica dopo il parto in concomitanza con un colpo di tosse, uno starnuto o una risata; mista che presenta le caratteristiche di entrambi gli altri due tipi. Da quanto detto, si intuisce facilmente che l’incontinenza post partum è da stress, ma è utile evidenziare alcuni aspetti per affrontare correttamente il problema. La percentuale delle donne che soffrono di incontinenza urinaria aumenta con il numero delle gravidanze avute, ma non deve essere considerata una malattia, bensì un’alterazione del funzionamento del sistema urinario da trattare adeguatamente. Al netto di infezioni o infiammazioni, l’incontinenza non rappresenta un rischio per la salute però necessita di una diagnosi in tempi celeri per poter essere risolta definitivamente e senza conseguenze.
La cura dell’incontinenza può prevedere anche il ricorso alla chirurgia, ma questo è l’ultimo step di un percorso riabilitativo che punta principalmente sulla terapia conservativa a base di fisioterapia e su quella farmacologica, dopo aver appurato le cause dell’incontinenza stessa. Il rafforzamento del pavimento pelvico è il punto di forza del percorso di fisioterapia con il quale correggere l’incontinenza e si ottiene con la pratica di contrazioni precise della muscolatura presente tra coccige e pube, senza coinvolgere quella di glutei e addome. A questa tecnica si affiancano il biofeedback che funge da supporto per la paziente nell’utilizzo dei muscoli giusti per il rafforzamento pelvico, ed il cono vaginale posizionato – come è facile intuire – nella vagina, da trattenere con un riflesso di contrazione che allena i muscoli pelvici. C’è anche l’elettrostimolazione a bassa o alta intensità, a seconda della sopportazione della paziente, per l’allenamento muscolare con stimolazione elettronica. Scoperto che le perdite di urina post partum non sono una condizione normale ed inevitabile, è meglio non farsi cogliere dalla vergogna e ricorrere al modo giusto per risolvere il problema per non intaccare la qualità della propria vita pratica.