L’utilizzo delle redinelle può rappresentare un rischio in caso di cattiva gestione dei pericoli
Nell’epoca in cui c’è chi mette il cane nel passeggino (con buona pace di Papa Francesco) e chi porta i bambini «al guinzaglio» viene da chiedersi se vada tutto bene. Evitando le disquisizioni sul primo esempio, analizzare meglio il secondo diventa doveroso, soprattutto alla luce dell’uso abbastanza diffuso di uno strumento nato per la sicurezza dei piccoli, ma da qualcuno considerato un attrezzo umiliante. Parliamo delle redini dei primi passi, conosciute anche come redinelle: una specie di imbracatura che permette ai genitori di assicurare i propri figli a una specie di guinzaglio, grazie al quale concedere loro libertà di movimento senza rischiare di perderli nella confusione di luoghi affollati.
A ben guardare le redinelle sembrano inventate per la comodità degli adulti più che nell’interesse dei bambini visto che rappresentano il mezzo utile a mantenere il contatto costante con il pargolo sgambettante che si muove tra la folla, senza perderlo. Il loro impiego inizia proprio all’alba della deambulazione ed è consigliabile sino ai quattro o cinque anni di età del piccolo che deve, comunque, essere educato ai pericoli, imparando a dare la mano quando si cammina fuori casa e quando si attraversa la strada, riconoscendo le situazioni di rischio.
Mamma e papà, ovviamente, sono chiamati sempre alla massima attenzione quando sono in giro con il proprio bambino, perché perderlo di vista anche un solo istante potrebbe essere grave. Ma allora le redini dei primi passi sono da considerarsi utili o pericolose? Deve essere chiaro che il loro utilizzo non può essere un’assoluta garanzia di sicurezza né un’autorizzazione ai genitori a sentirsi più rilassati grazie al loro impiego.
Il rischio principale, infatti, è che confidando nell’uso delle redinelle, i genitori possano distrarsi più facilmente convinti di provvedere alla sicurezza del proprio pargolo con quella specie di guinzaglio che diventa un prolungamento del proprio braccio. L’inconveniente però, è che all’altro capo di quel filo di sicurezza il bambino è abbastanza lontano per essere involontariamente strattonato o per inciampare e cadere. Anche per le redini, quindi, l’impiego migliore deriva da un mix di consapevolezza e attenzione.
Se ci si sente sicuri all’idea di usarle lasciando il proprio pargolo un po’ più libero, bisogna comunque ricordare di essere vigili e attenti senza perderlo di vista per intervenire in qualsiasi momento, per ogni necessità, anche solo per rassicurarlo con la propria presenza quando si girerà per assicurarsi di non essere solo.
Se invece le redinelle non vi convincono, farsi dare la manina, sentendosi tirare dal piccoletto che vuole un gelato e si è stancato di guardare le vetrine, è sempre la migliore alternativa possibile.