Ad eccezione di alcuni casi particolari, è solo l’esagerazione a creare problemi
Caldo o freddo, amaro, dolce o macchiato, il caffè - come il tè – rappresenta un’abitudine quotidiana per adulti e, spesso, anche per i bambini, che lo usano per macchiare il latte caldo, e per gli adolescenti. Il suo consumo è talmente diffuso e abbondante da aver richiamato l’attenzione di medici e nutrizionisti per valutarne le conseguenze sulla salute, a qualsiasi età ed in qualsiasi condizione fisica. Le evidenze hanno permesso di riscontrare che un utilizzo improprio di bevande ricche di teina e caffeina hanno inevitabili conseguenze negative sull’organismo ed in questa sede preme evidenziare soprattutto quelle a carico dei più piccoli. Si comincia dalla gravidanza, periodo durante il quale si raccomanda una assunzione moderata di queste sostanze per evitare i rischi conseguenti sullo sviluppo e la crescita del feto o, addirittura, esiti avversi per la gravidanza stessa.
Aumenta, infatti, il rischio di aborto spontaneo, ma anche di parto prematuro o problemi cardiovascolari e di peso, molto basso o eccessivo, del neonato. Dopo il parto, invece, se il piccolo è allattato al seno, caffeina e teina assunte passano nel latte materno e possono creare problemi del sonno e ipereccitabilità del pargolo. È importante, però, fare una distinzione tra caffeina e teina che, pur essendo sostanze stimolanti, hanno alcune caratteristiche che ne rendono differenti gli effetti sull’organismo di adulti e bambini. La caffeina, assunta in dosi moderate, favorisce la lucidità mentale contrastando la sonnolenza, mentre in quantità eccessiva può provocare mal di testa o di stomaco, tremori, insonnia, irrequietezza e aumento della frequenza cardiaca. Questi sintomi nei piccoli possono manifestarsi anche in caso di modeste assunzioni, per questo tra i quattro e i dodici anni di età, se si sceglie di far consumare loro la caffeina, è importante non superare la dose di 45 milligrammi al giorno. Per rispettare questa quantità bisogna ricordare che la caffeina è presente anche nel tè, nelle barrette di cioccolato, nelle bevande a base di cola e negli energy drink.
Proprio il tè, però, è la bevanda più consumata dai bambini e per evitare gli effetti collaterali della teina in esso contenuta si opta per la bevanda deteinata. La teina, comunque, è una sostanza a rilascio prolungato che quindi non ha effetti stimolanti immediati come la caffeina e risulta, quindi, più efficace nella stimolazione graduale e diluita nel tempo, migliorando la concentrazione dei bambini e aiutandoli a sentire meno la fatica degli impegni scolastici. Il tè, inoltre, è ricco di polifenoli che aiutano l’igiene orale dei bambini aiutandoli a prevenire le carie. Le caratteristiche positive del tè, però, non devono indurre a pensare che se ne possa consumare quantità illimitate, anzi, in alcuni casi come insonnia o iperattività, il suo consumo dovrà essere molto controllato, inducendo a preferire il prodotto deteinato. Anche in caso di anemia il tè dovrebbe essere evitato perché gli stessi polifenoli amici dei denti, inibiscono l’assimilazione del ferro.