Il valore è crollato della metà, pareggiando il valore d'acquisto, ma Elon Musk non vuole assolutamente vendere
LOS ANGELES - Il valore portafoglio di Bitcoin di proprietà di Tesla è crollato, perdendo circa metà del suo valore arrivando a 1.26 miliardi di dollari, praticamente il valore d'acquisto iniziale.
Ne dà notizia Reuters che cita, fra le cause dello sgonfiamento della e-valuta, la stretta da parte di Pechino sull'uso degli criptovalute da parte degli istituti finanziari che abbiamo spiegato bene in questo articolo.
Su questo "tesoretto" di criptovaluta, lo ricordiamo, aveva insistito molto lo stesso Elon Musk con un acquisto importante e che aveva finito per influenzare il mercato globale delle monete digitali. Questo portafoglio aveva permesso a Tesla di gonfiare il suo primo trimestre del 2021 attraverso la vendita di parte dei Bitcoin.
Lo stesso Musk ha però rassicurato il mondo finanziario, come sempre attraverso il suo seguitissimo account Twitter, confermando la sua ferma intenzione a non vendere: «Tesla ha le mani di diamante », ha postato (con tanto di emoji) il magnate, facendo riferimento all'espressione gergale diamond hands, che indica la volontà di tenersi ben stretto un portafoglio o un pacchetto azionario.
Tesla has 💎 🙌
— Elon Musk (@elonmusk) May 19, 2021
Eppure l'approccio alle criptovalute di Musk, negli ultimi tempi, è stato tutt'altro che univoco e spesso contraddittorio.
A un sostegno a spada tratta di criptovalute di nicchia, come il Dogecoin, ha affiancato una forte critica di tipo ambientale sul mining delle stesse: «Per essere chiaro, credo fortemente nelle cripto, ma possono portare a un'impennata nell'uso delle energie fossili, soprattutto benzina e carbone», aveva twittato qualche giorno fa.