L'investitore che aveva previsto il tracollo di Lehman Brothers ora pensa che il crollo del mercato obbligazionario sarà fatale per la banca
Investitori sempre più insicuri: i certificati che proteggono contro l'insolvenza di una società sono saliti a un valore record
ZURIGO - Investitori sempre più insicuri sul futuro di Credit Suisse: i credit default swap (cds), cioè i certificati di assicurazione che proteggono contro l'insolvenza di una società, sono saliti oggi al valore record di 625 punti per il periodo a cinque anni. A titolo di paragone i titoli analoghi per il concorrente UBS sono a 87.
Un mercoledì nero - In borsa oggi Credit Suisse si è resa protagonista di un crollo che ha portato l'azione a perdere alle 14.30 oltre il 30% del suo valore, segnando un minimo di tutti tempi a 1,55 franchi. Il corso si è poi un po' risollevato: alle 15.30 la flessione era del 16% a 1,87 franchi. Pochissimi minuti prima delle 11.00 il valore era sceso per la prima volta nella storia sotto i 2 franchi e da allora il calo si era ampliato ulteriormente, assumendo i contorni di una fuga precipitosa dal titolo.
I sauditi e la reazione delle Borse - Le ultime difficoltà di Credit Suisse sono legate alle indicazioni espresse oggi dal suo principale azionista, Saudi National Bank (SNB): il presidente dell'istituto saudita Ammar Al Khudairy ha escluso ulteriori aiuti finanziari all'istituto elvetico. Ma su tutte le piazze europee e a Wall Street i valori bancari sono oggi sotto pressione: a titolo di paragone UBS perde il 6%. Serpeggia la paura sulla tenuta degli istituti, dopo il fallimento di Silicon Valley Bank (SVB).
La "profezia" funesta - L'investitore che aveva previsto il tracollo di Lehman Brothers, Robert Kiyosaki, ha identificato in Credit Suisse la prossima banca a cadere. Lunedì ha dichiarato senza mezzi termini a Fox Business: «Penso che la prossima banca a cadere sia Credit Suisse, dato che il mercato obbligazionario sta crollando». L'elevata esposizione a queste attività, sommata alle difficoltà strutturali dell'istituto, può portare a una sorta di tempesta perfetta sulla seconda banca elvetica. Il 75enne aveva valutato correttamente lo stato di difficoltà di Silicon Valley Bank e pensa che l'intervento governativo non sarà una soluzione, ma alla fine danneggerà i contribuenti.
Parigi chiede a Berna d'intervenire - La prima ministra francese Elisabeth Borne ha invitato oggi le autorità svizzere ad affrontare i problemi di Credit Suisse. «È una questione che riguarda le autorità elvetiche: deve essere risolta da loro», ha affermato la 61enne in un intervento al Senato, aggiungendo che il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire «sarà in contatto con il suo omologo svizzero nelle prossime ore».
Credit Suisse ha chiesto il sostegno della Finma?
Alla luce del crollo dei suoi titoli in borsa, Credit Suisse (CS) avrebbe chiesto alla Finma, l'autorità elvetica di vigilanza dei mercati finanziari, di dare un segnale di sostegno: lo scrive oggi pomeriggio il Financial Times (FT), rifacendosi a fonti informate.
Contattato dall'agenzia Awp una portavoce di CS non ha voluto commentare né l'articolo della testata inglese né il tracollo del corso dell'azione in borsa. Anche la Banca nazionale svizzera (BNS) non ha desiderato prendere posizione sul tema. Stando a persone vicine a CS è però probabile che la banca sia in contatto con le autorità.
Nel frattempo secondo il Wall Street Journal la Banca centrale europea (Bce) avrebbe da parte sua contattato le banche su cui vigila: stando al quotidiano statunitense l'istituto di Francoforte vuole sapere quali esposizioni hanno le società europee nei confronti di Credit Suisse.