La pandemia ha innescato un processo virtuoso di evoluzione digitale anche nella formazione.
La sfida diventa quella di integrare gli strumenti digitali con l’attività di apprendimento in presenza.
Lo scenario che si pone di fronte a chi si occupa di formazione è piuttosto variegato. Esiste un prima e un dopo pandemia, come in tanti stiamo osservando. Lo smart working ha indubbiamente innescato un processo di adozione di soluzioni digitali, ma purtroppo questo si è quasi sempre limitato all’utilizzo dei servizi di videoconferenza. Ci sono modalità di formazione e strumenti digitali che, dopo essere state testate nelle aule e accademie di tutto il mondo, da qualche tempo si declinano perfettamente anche in un contesto aziendale. Ma per capire come le organizzazioni possono combinare secondo le proprie esigenze le diverse tipologie e modelli più performanti sotto il profilo dell’apprendimento, abbiamo incontrato Alberto Redi, Partner & CEO di Security Lab.
Signor Redi, quale sfida si apre oggi per chi opera nella formazione? Quali sono i punti di forza della formazione in formato digitale e quelli dell’approccio più tradizionale, in presenza?
La formazione in tempi di pandemia ha costretto le aziende in tempi ristrettissimi a trovare un’alternativa alla classica modalità in presenza in aula. Si è diffuso in modo massiccio l’utilizzo dei vari sistemi di video-conferenza e diffusione di materiale in formato digitale, come PDF e Power Point. Questa modalità “virtualizza” la presenza del docente e dei discenti in un’aula virtuale, mortificandone l’efficacia a causa della mancanza del contatto sociale. Lo si vede anche con la diffusione, per gli stessi motivi, dei sistemi di videoconferenza per le classiche riunioni con colleghi o con clienti, fornitori e partner: è vero le riunioni virtuali funzionano, ma si limitano ad affrontare un aspetto specifico, a trattare un tema preciso, ma annullano la creazione di rapporti umani tra le persone e tra le aziende, la reciproca conoscenza.
Tornando alla formazione, il classico webinar annulla quasi totalmente l’interattività, le persone difficilmente fanno domande, e spesso è il relatore a preparare delle domande da utilizzarsi nelle sessioni Q&A.
Forse durante la pandemia abbiamo perso l’occasione di andare al di là della virtualizzazione del corso in presenza e di ripensare a strumenti più evoluti di formazione a distanza, utilizzando strumenti digitali maggiormente avanzati e accessibili a tutti come i Learning Management System (LMS), con i quali si possono facilmente ridisegnare i processi di formazione favorendo l’interattività dei discenti con la piattaforma ed il docente.
Nel nostro Ticino quali sono le soluzioni che osservate come più funzionali per chi deve formare in azienda le proprie risorse umane?
Le esigenze del nostro Ticino non sono differenti da quelle di qualsiasi paese occidentale evoluto. Nel ridisegnare i processi formativi l’implementazione di un LMS è il cardine principale. Noi utilizziamo e suggeriamo Moodle, l’LMS più diffuso al mondo, Open Source e gratuito, che vanta un’enorme comunità di sviluppatori, disponendo anche di migliaia di plug-in che implementano le più disparate funzioni che un processo di formazione necessita.
Questi sistemi sono dei veri e propri “gestionali” della formazione con i quali organizzare percorsi formativi, caricare materiale didattico, implementare corsi interattivi magari utilizzando la gamification, organizzare e gestire anche corsi ed eventi in presenza, creare questionari ed esami e poter misurare l’efficacia della formazione, cosa ad esempio molto utile quando l’azienda per svariati motivi è chiamata a dimostrare di aver formato il persone e con quali risultati.
Si parla molto di Moodle, uno dei sistemi di apprendimento più diffusi al mondo. Quali risultati avete avuto modo di osservare nelle aziende e istituzioni presso cui avete aiutato a introdurre questa modalità di approccio?
Abbiamo accompagnato diverse aziende di tutte le dimensioni nel processo di implementazione di una piattaforma LMS. Il nostro approccio prevede il raggiungimento di risultati tangibili in tempi molto brevi e con costi del tutto ragionevoli. L’approccio di accompagnamento prevede dei risultati a brevissimo termine, e poi un periodo in cui si affianca il cliente dopo una formazione iniziale a diventare autonomo e ottenere dei risultati autonomamente. Questo approccio in quattro comprensibili steps lo abbiamo nominato “Moodle2Grow”.
Tutte le aziende con cui abbiamo collaborato in questo percorso hanno ottenuto in poco tempo una piattaforma per semplificare i processi di organizzazione ed esecuzione della formazione con un'unica piattaforma di riferimento accessibile in qualsiasi momento anche online senza barriere di tempo e luogo. Per i responsabili delle risorse umane poi è stata una manna dal cielo, potendosi liberare di complessi fogli excel e semplificando di molto l’organizzazione.
Voglio sottolineare che le piattaforme LMS non sono utili solo per fare formazione online / a distanza, ma sono molto utili per gestire l’organizzazione di classiche sessioni/programmi di formazione in aula.
Credo comunque che il trend del prossimo futuro sarà di organizzare la formazione in modalità “blended”, prendendo quindi il meglio dalla modalità in presenza e quella virtuale.
Proprio per approfondire il tema della formazione attraverso la piattaforma Moodle è in programma per il prossimo 6 aprile un workshop promosso da ated-ICT Ticino e SecurityLab presso l’Hotel Dante di Lugano dalle ore 15.30 alle ore 18.30. L’incontro dal titolo “Moodle2Grow: Modificare modalità e strumenti formativi per creare valore in azienda” sarà condotto da Alberto Redi, Amministratore Delegato Security Lab Group, Alessandro Carniato, Senior Instructional Designer di Security Lab, Giacomo Pelazzi, Responsabile Formazione e Sviluppo Città di Lugano e Ramon Petsch, Direttore Accademia Pompieri Professionisti di Lingua Italiana.
Per ulteriori informazioni sui costi e per iscriversi basta andare su https://www.ated.ch/moodle2grow.jsp